I Dadamatto sono un trio proveniente da Senigallia, comune tristemente noto per aver dato i natali al signor Fibra Fabri. Anema e Core è il loro secondo album e, dando un’occhiata alle visualizzazioni su youtube, sembrano uno di quei gruppetti che non si caga nessuno.
Innanzitutto non credevo che mi sarebbe mai potuto piacere un album in cui compare la parola “revolution”, ma questo è uno di quei dischi che ti rimane, che te lo ascolti un fottìo di volte e non ti stanca mai. Azzardo? Lo assocerei concettualmente a “London Calling” dei Clash: un brano diverso dall’altro per ogni situazione. Ad un primo ascolto mi hanno abbastanza irritato. Mi sembrava una roba mezza scopiazzata dai R.U.N.I. o dai Laghetto, ma dopo un po’ mi sono affezionato: il singolo, “William Shakespeare” è una bomba e arrivato l’ultimo brano ti viene voglio di risentire tutto, e poi dovresti scrivere altre recensioni , però magari hai scelto degli album che fanno cacare e quindi te lo risenti tutto.
Dopo Anema e Core non solo stimo i Dadamatto, ma gli voglio anche un po’ bene.
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