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Le Idi Di Marzo, di George Clooney


Scheda

Titolo Originale: The Ides of March
Nazione: USA - 2011
Regia: George Clooney
Soggetto: liberamente tratto dalla pièce teatrale "Farragut North" di Beau Willimon
Sceneggiatura: George Clooney, Beau Willimon e Grant Heslov
Genere: Drammatico
Produzione: Cross Creek Pictures, Exclusive Media Group, Smoke House
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 102’
Interpreti: George Clooney, Ryan Gosling, Philip Seymour Hoffman, Marisa Tomei, Paul Giamatti, Evan Rachel Wood
Nelle sale dal: 16 dicembre 2011
Voto: 8

Stati Uniti. Alle primarie in Ohio del partito democratico si presenta Mike Morris, volto nuovo della politica USA. A decidere le sorti della sua candidatura alle presidenziali il giovane addetto stampa Stephen Mayers che a soli trent’anni può vantare numerose esperienze nel campo politico e che per la prima volta vede in Morris non solo un volto da collocare alla Casa Bianca ma un uomo sincero e dai sani principi morali al quale affidare le sorti del paese.

George Clooney dopo “Syriana” e “Good night, and good luck”, entrambi datati 2005, torna sul luogo dell’impegno politico e serve una nuova pellicola in salsa “politically (s)correct”, sì perché al termine del film nessuno dei protagonisti è del tutto scevro da colpe e quello che poteva sembrare l’uomo giusto cui affidare le sorti della prima potenza mondiale, il Mike Morris ateo ma corretto e salomonico interpretato dal rassicurante volto dello stesso Clooney, risulta invece essere un coacervo di luoghi comuni e di standard politici sin troppo facili da intravedere in quasi tutte le democrazie, non solo presidenziali, di questo mondo. A prestare il volto al giovane Stephen Mayers un Ryan Gosling che può ben dire di aver definitivamente svoltato la propria carriera grazie a un 2011 nel corso del quale ha interpretato non solo questa pellicola ma ha anche prestato il volto al silente protagonista di “Drive”, sapendosi imporre al grande pubblico per due interpretazioni differenti ma al tempo stesso efficaci e figlie del medesimo approccio minimalista. Nel complesso una sceneggiatura e una scenografia capaci di rendere alla perfezione il pathos creato dal clima che si respira proprio in questi giorni durante le primarie made in USA. Completano un film che si fatica a non apprezzare, un cast stellare, impreziosito dai premi Oscar Marisa Tomei, nei panni di una giornalista priva di scrupoli, e Philip Seymour Hoffman in quello di un capo ufficio stampa quanto mai ligio all’etica giornalistica, oltre ad un Paul Giamatti mefistofelico che seppur impiegato in minor quantità, rispetto alla propria bravura, lascia un segno indelebile per marcare una svolta decisiva nell’economia del racconto.

Pellicola da vedere se siete appassionati di politica e anche qualora non lo siate, il tutto non prima di essersi posti una domanda più che legittima: Possibile che un esperto comunicatore, seppur giovane, come Stephen Mayers possa essere altrettanto ingenuo?

a cura di Ciro Andreotti

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