C’è molto della migliore cultura musicale alternativa italiana in “Senza Religione”, esordio su lunga distanza dei cilentani Yes Daddy Yes.
Prodotto da Enzo Moretto (A Toys Orchestra) e licenziato dalla fiorentina Urtovox, “Senza Religione” è un bel saggio di rock elettrico, sincero ed istintivo, sospinto a gonfie vele lontano dal rischio del banale e del già sentito da una costante e vincente indole alla sperimentazione e al gioco, che si traduce spesso in effluvi di synth in costante dialogo con chitarre energiche e ritmiche decise. Come nell’apertura del disco, affidata a “Padrone Mio”, dramma controllato su base pianistica, o in “Faremo Fuoco Intorno”, nervoso fight club tra il senso della misura e l’esplosione quasi progressive della coda, sicuramente il pezzo migliore del lavoro.
Convincono gli Yes Daddy Yes anche quando strizzano l’occhio a sonorità power pop (“In Esilio”, “Chirurgo”) o strettamente beat (“Seppellisci Il Mio Osso”, “Peyote”) , un po’ meno quando si prova con l’inglese (“My Memory”) o si esagera in certe derive soniche (“A Caccia Di Iene”, “Farsi Il Karate”) comunque trascinanti.
La conclusiva “Il Testimone”, ballata fatta di malinconia minimale ed emozioni ben tradotte, è il colpo di coda che rende “Senza Religione” un esordio su cui contare ciecamente per il futuro: gli Yes Daddy Yes dimostrano di saper giostrare senza intoppi atmosfere diverse, coadiuvando con maturità ottime doti tecniche, ispirazione melodica e propensione allo sperimentare.