Sembra che il silenzio discografico di tre anni, abbia giovato alle giovani menti dei Maccabees che ricomparsi sulla scena musicale internazionale con un album straordinario. Non è un caso che NME e Clash l’abbiamo valutato con un 9/10, che il Guardian e il Times gli abbiano dato 4 stelle su 5. Cosa si può volere di più dalla vita? Una cassa di amaro Lucano, di certo, non basterebbe.
Di album del genere se ne vedono, o più propriamente, se ne sentono pochi, di questi tempi: un disco colorito, ricco d’indagine musicale e tanta psichedelia. Se dovessimo metterlo a paragone con un album italiano, di qualità simile, troveremmo difficoltà a scovare qualche perla che possa reggere il confronto. “Given To The Wild” è un disco multiforme, piacevole all’ascolto, che sa accontentare i gusti più disparati, dai più elastici ai palati sopraffini, mixando ad una tendenza particolarmente vintage, il bisogno di rinnovamento degli stili e delle strutture tipiche. Il risultato è ottimo.
Un Intro lento ed etereo e poi via con “Child” che apre le danze: forse uno dei pezzi più interessanti e impregnati di pathos musicale dell’album. “Feel To Follow” è un capolavoro: prende in prestito caratteristiche soul/R&B e le ripropone mescolate a ritmiche di chitarra veloci e ritmiche vivaci di batteria. “Forever I’ve Known” spezza, in parte, la delicatezza iniziale, proponendo un’elaborata e sapiente psichedelia, che attinge da quella dei primi Pink Floyd. E poi “Heave”: climi paradisiaci accompagnano questo pezzo in un crescendo mozzafiato. “Pelican”, 8° traccia dell’album, è un tripudio di chitarre e caleidoscopici intrecci vocali, una parata in festa, un amplesso sonoro.
Le ultime tracce rendono più spesse le trame dell’album, tramite costruzioni musicali equilibrate, ma soprattutto sensate: con le tracce finali (basti pensare a “Go” o a “Unknow”) viene accentuata la componente elettronica e sperimentale dell’album, coronata da “We Grew Up At Midnight”, che chiude in veste corale “Given To The Wild”.
“Given To The Wild” è la rivelazione di inizio anno: potrebbe benissimo, in poco tempo, diventare fonte d’ispirazione per band emergenti e non, manifesto di una nuova maniera di far musica, grazie alla sua forte inclinazione innovativa e la sua ricchezza stilistica.
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