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Uochi Toki – Idioti

2012 - La Tempesta Dischi
hip-hop/alternative

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Tracklist

1.Ecce Robot
2.Al Azif
3.Perifrastica
4.Umami
5.Tavolando il pattino con Antonio Falco
6.Sberloni
7.La prima posizione della nostra classifica
8.Venti centesimi di tappi per le orecchie
9.Tigre contro tigre
10.La recensione di questo disco
11.La lingua degli antichi

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La recensione di questo disco è decisamente più complicata di quello che ipotizzano gli Uochi Toki nella traccia omonima. Più complicata che complessa: 500 battute non pagate, al cospetto degli ingarbugliati balbettii robotici di Napo, per decidere se osannare/ostentare delusione/promuovere pedissequamente/sciorinare figure retoriche poetiche, senza perdersi nel labirinto del linguaggio, per stabilire un contatto con quell’animo non umano intrappolato in entità robotica che sputa locuzioni e termini insinuandosi nel tuo cervello come dentro ad un software senza l’anti-virus.

Circolava voce che “Idioti” fosse un disco più “pop” rispetto ai precedenti. Tutt’altro. Forse ancora più infarcito di “pop up”, di infiniti link visionari aperti-chiusi-riaperti, infiniti micro-universi incastrati negli spazi angusti delle (non)rime, rimandi accatastati nel subconscio dell’ascoltatore in attesa dell’aggiornamento del sistema operativo per destreggiarsi nel flusso di pensieri di Napo avviluppato alle basi di Rico. Ma altro che “cercare il nostro consenso ammiccando”: gli Uochi Toki continuano a distribuire schiaffi e scappellotti, senza timore né compromessi.
Libro Audio
: gusto narrativo? Cuore Amore Errore Disintegrazione: stream of consciusness? Idioti è forse il trattato scientifico. Primo paragrafo “Ecce robot”: manuale di scienza Illuminata su base cyber punk. Crollano le chiese dell’atomo così come le conosciamo, vacillano dogmi e assiomi presi in quanto tali, presi in quanto dati, dati spesso divergenti in questa incontrovertibile DEVOluzione.
Dalla specie agli ecosistemi agli aggregati urbani ammassati come nei sulla schiena della terra che dorme, “infestati” dalle zanzare di “Al Azif”: glitch urticante che apre le porte della percezione de-umanizzata, quel cambio di prospettiva che i senzienti che fanno cose importantissime negano a se stessi per comodità-convenienza-consuetudine.
Dal sapere codificato-massificato alla decostruzione del linguaggio, ormai una crociata per Napo (“Le parole sono importanti, possiamo ripeterlo per anni”). Pungente il sarcasmo di “Tigre vs Tigre”: scioglilingua vertiginoso che fa il verso alle rime baciate di rap e cantautorato oltre che deridere la percezione della comunicazione infantile. Atavico e viscerale invece il “Linguaggio degli Antichi”: loop cibernetici introducono litanie che vagano su binari perduti, evocando gli sfoghi post-linguistici di Stefania Pedretti negli OvO (si sentono i trascorsi con un tecnico del suono condiviso tra Uochi Toki/OvO, nonché una certa affinità umorale tra le due proposte).
Dal linguaggio alle società, alle persone ed al personale, a questa risibile umanità vista non dal monitor a circuito chiuso di un androide ma vissuta in primissima persona. “Umami” dissacra la creazione di gusti e tendenze a tavolino (“lo sdoganamento non è invenzione”), “Sberloni” si scaglia provocatoria contro abitudini alimentari calate dall’alto con fini speculativi e dettate da falsi bisogni-moralismi. “Venti centesimi di tappi per le orecchie” indaga le alienate-alienanti relazioni umane in quest’epoca di vicinato inquieto e velenoso su un tappeto horror-core spettrale.
“La prima posizione della mia classifica” rivendica il titolo di anti-canzone, musicalmente e concettualmente: denigrato ogni trucchetto discografico allineato ad orizzonti mainstream, derise le regole della forma canzone, svalutate molte ridicole produzioni hip hip tutte uguali tra di loro, fanculo il ritornello riempi pista su cui farsi un’opinione. La catarsi qui, va ben oltre una strofa ripetuta a pappagallo o una voce struggente.

Etichettare come hip hop questa produzione è riduttivo al limite del ridicolo: gli Uochi Toki per quanto mi riguarda sono più hardcore dei gruppi hardcore. Molesti, contorti, controcorrente, provocatori, paraculo. Basi perverse frutto di sperimentazione ai limiti del sopportabile non sono certamente una novità in casa Uochi Toki: luminare in tal senso l’esperienza Dalek (gente approdata col tempo a deflagrazioni rumoristiche in compagnia dei Faust!) ma anche alcuni rigurgiti elettronici made in Offlaga(DiscoPax), brutalizzati per l’occasione. Ora come ora, dovendo ravvisare frequenze affini in suolo italico, citerei gli Aucan: una collaborazione tra compagni d’etichetta (La Tempesta Dischi) sarebbe catrame anche per le orecchie più allenate. Altro che featuring patinati da videoclip hip hop.

E Napo fa la differenza. Nessuno si era spinto così oltre nel manipolare la parola (in termini completamente differenti l’unico termine di paragone è l’inarrivabile Giovanni Succi nei Bachi da Pietra): ecco che la sperimentazione è ancor più eversiva sulle liriche. Il coefficiente di difficoltà e di attenzione dunque rimane a livelli maniacali: sovracapire richiede un tour de force chiaramente riservato ad orecchie ben disposte ad un’immersione totalizzante. C’è chi non li sopporta accusandoli di ampollosa pretenziosità, c’è chi adora perdersi nel labirinto (chi scrive è tra questi). A loro non interessa convincere nessuno, né tantomeno fornire rassicurazioni: “questo non è un concerto, non è un intrattenimento”, se cerchi altro esci dalla sala. “Idioti” porta avanti il loro personale “atto rivoluzionario: mettersi in gioco pesantemente, rompendo le nostre abitudini che non ci portano a niente, in modo divertente, beh, per noi è divertente!”

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=artiUI3ElkI[/youtube]

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