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The Mars Volta – Noctourniquet

2012 - Warner Bros.
prog/art/rock

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Tracklist

1.The Whip Hand
2.Aegis
3.Dyslexicon
4.Empty Vessels Make The Loudest Sound
5.The Malkin Jewel
6.Lapochka
7.In Absentia
8.Imago
9.Molochwalker
10.Trinkets Pale Of Moon
11.Vedamalady
12.Noctourniquet
13.Zed And Two Naughts


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Dieci anni fa, poco meno, usciva l’illuminante “De-loused in the Comatorium“.

Da quel giorno i Mars Volta sono diventati, per molti, un culto. Agevolati nell’intento di catturare interesse da quelle capigliature bizzarre, da conoscenze illustri e dal pregio più prezioso per un artista: il talento. Puro, sfrontato e spontaneo, controbilanciato da un sovversivismo artistico trascendente. Ma la carriera dell’eccentrico combo, iniziata in quel di El Paso all’indomani dello split degli At The Drive In, è drogata dal più pregiudizievole dei peccati. Sulle esili spalle di Omar Rodriguez-Lopez e Cedric Bixler Zavalà, è infatti inchiodata la croce di quello strabiliante esordio, meraviglia dell’alternative prog contemporaneo. Nella manciata di dischi seguenti, hanno continuato a divulgare il proprio peculiare sound, talvolta convincendo (Frances the Mute, The Bedlam in Goliath) talora meno (Octahedron), sempre all’insegna di sperimentazione e istintività, dote che li rese da subito adorati o detestati, sconfinando talvolta nell’approssimazione. Tutto senza mai replicare quel sorprendente coupe de theatre.

Noctourniquet, sesta fatica in studio,  è l’album che segna la blasfema separazione da quella pesante croce, caratterizzando un ritorno oltre le aspettative.  I “nuovi” Mars Volta appaiono più accomodanti, più accessibili e, con le dovute cautele, più commerciali, per quanto possa apparire tale un gruppo che fa dell’anarchia artistica e del liberale caos compositivo il proprio emblema. Noctourtiquet si differenzia dalle recenti esperienze del gruppo texano il quale, rinunciando ad essere il più plausibile epigono di se stesso, svela contestualmente il proprio lato più dark. Dall’artwork, al titolo, fino al nucleo musicale, l’opera appare infatti condensata di un oscuro pulviscolo, arricchito dal curioso concept ispirato dal mito greco di Giacinto e dalla filastrocca Solomon Grundy, pretesto per la personale interpretazione della vita secondo Cedric. Lo stile resta tuttavia quello noto, palesato in anni di appagante “frequentazione”.  Fusion, prog,  noise, elettronica, divagazioni etniche (meno che in passato), schitarrate distorte (più che in passato) e ariosi momenti di riflessione, ma anche ritmo, in un calderone musicale ribollente.  Future Punk, lo autodefiniscono loro.

In un’ora abbondante di musica si trova di tutto. Dalla pinkfolidiana copertina di Sonny Kay fino a quel mood elettronico che li fa credere, in qualche circostanza, i cugini dotti degli MGMT. Dall’eterea delicatezza di Aegis, passando per lo spiritato occultismo di Dyslexicon, fino alle tenui melodie di Empty vessels make the loudest sound, che rimembra echi del fu capolavoro Televators. Da The Malkin jewel, primo singolo e gustosa bomboniera blues a metà tra Queen e White Stripes, fino all’elettronica trendy di Lapochka e Vedemalady (ecco gli MGMT, con un intro pericolosamente simil Baba O’Riley). In chiusura, la splendida psichedelia rockeggiante di Molochwalker e la teatralità di Noctourniquet. Il disco, prodotto da Rodriguez stesso e lungamente pensato, tanto che il grosso del materiale è stato composto e registrato già nel 2009, cresce ascolto dopo ascolto. Dietro tale rinnovato appeal c’è una grande performance vocale di un ispiratissimo Zavalà e il plus di incessanti controtempi e rullate perpetue di Deantoni Parks, in un lavoro per la prima volta da tempo privo del contributo di Frusciante e dello storico tastierista Isaiah Owensin.

Senza cedere ai vincoli limitativi di un volgare voto (sarebbe facile affibbiare il più felliniano degli otto e mezzo, a chi di Fellini è da sempre seguace fedele), Noctourniquet è un signor disco che sublima il meglio del repertorio dei Mars Volta con una rediviva ispirazione, e dipana gli amletici dubbi sulla residua creatività e credibilità del multietnico combo, dimostrando per l’ennesima volta  la raffinatezza di pensiero di mr. Rodriguez & co.

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