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Overkill – The Electric Age

2012 - Nuclear Blast
thrash/metal

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Tracklist

1. Come And Get It
2. Electric Rattlesnake
3. Wish You Were Dead
4. Black Daze
5. Save Yourself
6. Drop The Hammer Down
7. 21ST Century Man
8. Old Wounds, New Scars
9. All Over But The Shouting
10. Good Night

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Era il 1989, quando Bobby “Blitz” Ellworth cantava in un’ incessante litania “The Years of Decay”,  e caso vuole che stessero per volgere al termine i fragorosi anni 80, epoca-memento di nascita del thrash metal e  della sua consacrazione  nella musica mondiale. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, e  i cinque bastardi di Brooklyn hanno attraversato, più o meno indenni,  i loro momenti di gloria e disfatta, con una sequela di dischi terremotanti alternati ad altri, più recenti e di più mediocre fattura.

Se il precedente  ”Ironbound”  era riuscito a risollevare  le sorti del gruppo, con brani lunghi e spacca cervicali, pochi fronzoli e tanta rabbia scandita da un songwriting  lineare ma comunque d’effetto,  il nuovo “Electric Age” invece  se ne discosta bellamente e lo fa con lo stile tipico del veterano di guerra, pronto a dimostrare la propria autorità davanti alle reclute.
Affidandosi questa volta a una maggiore varietà di fondo, magicamente tradotta in un  groove d’altri tempi, a melodie trascinanti ed epiche , che rendono  ogni pezzo delle cavalcate assassine vecchio stampo, dure come la fusoliera di un bombardiere,  gli Overkill trasformano le 10 tracce del disco in stelle a sé stanti, ciascuna brillante di luce propria.
Una luce elettrica e fulminante che vi attraverserà da parte a parte e vi terrà incollati alle casse.
Se infatti “Ironbound” era una sorta di totem monolitico, un ritorno alle origini rivisitato in chiave carro-armato incazzato che tuttavia lasciava poco spazio alla fantasia,  “Electric Age” concede,  dal canto suo, momenti di respiro intagliati in strutture più agili e  fucking thrash, impreziosite chirurgicamente da una produzione a lama di rasoio alla giugulare .
Le chitarre non scendono a compromessi, sibilando fendenti  epilettici in ogni direzione, mentre la sezione ritmica, col sempreverde D.D Verni al basso, non lesina a frantumare crani malcapitati, macinando lo scorrere dei minuti a colpi di alta tensione nelle ossa.
A oleare la macchina omicida, c’è il buon vecchio Bobby Blitz, un cinquantenne che pare aver fermato lo scorrere del tempo con un bel dito medio rivolto verso il cielo, come un monito per i piani alti.
L’opener “Come and Get it” parte senza lasciare alcun dubbio.  Gli Overkill sono pronti a prendersi le vostre teste e la conferma ci arriva nella successiva “Eletric Rattlesnake”, singolo del disco e un assalto in pieno regola; nessuna pietà e un ritornello sguaiato al limite dell’idrofobia vi porterà a chiudere gli occhi, in preda a uno stato febbrile delirante. Inutile dirlo, dal vivo saranno dolori.
“Wish you were dead” non potrebbe essere più esplicativa di così, dotata di quell’incedere da “testate al muro” che fa tanto vecchia scuola.
“Black Daze”, a parere di chi scrive la perla del disco,  è un mid-tempo dalle forti connotazioni classiche, un anthem malefico dalle tinte nefande, con un Blitz beffardo e declamatorio sugli scudi intento a spingere la sua voce senza tempo  in un ghigno irrefrenabile. Alla faccia dell’ictus che lo colse nel 2002, l’ ugola del ragazzo è come la dinamite, migliora con gli anni.
“Save Yourself”, “Drop the Hammer Down” e “All Over but Shouting”, fanno il loro sporco lavoro, soprattutto quest’ultima, trascinante e potente quanto il pugno di un peso massimo sulla mascella di un bambino.
In conclusione, come non citare “Good Night”,  la giusta buona notte: un arpeggio da ninna nanna  che  sfocia in un treno impazzito e fuori controllo, con riff assassini partoriti sui canonici binari del genere, e un tiro da attacco cardiaco che fa da chiosa alla dichiarazione d’intenti dei cinque newyorkesi.

Ovvero, gli Overkill sono qui: icone di quell’atmosfera metallica  fatta di aloni verdastri e di fulmini industriali, fautori di una musica immortale che se ne fotte del tempo; un orrorscopio che continua a luccicare, una sedia elettrica che non accenna a spegnersi. Scordatevi la spugna bagnata sulla testolina e sotto a chi tocca.
Come and Get it!

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3zU1LNg-6aQ[/youtube]

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