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Melvins – Freak Puke

2012 - Ipecac Recordings
grunge/rock/alternative

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Tracklist

1. Mr. Rip Off
2. Inner Ear Rupture
3. Baby, Won't You Weird Me Out
4. Worm Farm Waltz
5. A Growing Disgust
6. Leon vs. The Revolution
7. Holy Barbarians
8. Freak Puke
9. Let Me Roll It
10. Tommy Goes Beserk

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Kurt Cobain disse dei Melvins che “sono il passato, presente e futuro della musica”. Viste come sono andate le cose c’e da dire che forse ci aveva preso in pieno.

Formatisi a Seattle quando ancora il grunge non era nemmeno lontanamente un’idea, hanno avuto una influenza enorme sulla maggior parte della musica rock che conosciamo oggi. Questo per il fatto che nei loro quasi trent’anni di carriera se ne sono sempre fregati di tutto, cambiando pelle più volte e reinventandosi ogni volta. Tali scelte sicuramente hanno fatto sì che il successo commerciale vero e proprio, appena sfiorato ai tempi della trilogia sotto Atlantic, non sia mai arrivato, ma poco importa e, sinceramente, chissenefrega.
Arriviamo quindi ora a questo nuovo disco che vede aggiungere a “The Melvins” la parola “lite”.
Infatti, dopo le collaborazioni degli ultimi anni con i Big Business e la formazione a due batteristi, Buzz e Crover sono tornati ad esser il power trio che conoscevamo, questa volta aiutati nientemeno che da Trevor Dunn (Fantomas e Mr. Bungle) al basso e contrabbasso acustico.
È proprio l’uso di quest’ultimo strumento una delle caratteristiche principali di questo “Freak Puke”, come dimostrano le bassissime note iniziali dalla traccia di apertura “Mr. Rip off” una sorta di “Melvins meets Beatles”.
L’influenza del gruppo inglese in questo disco infatti è fortissima, sia nelle linee vocali sia nel flavour anni ’60 che caratterizza certe scelte di suoni molto naturali e “acustiche”.
Il breve inferno di archi e dissonanze di “Inner Ear Rupture” ci porta alla parte centrale del disco in cui solidi pezzi stoner dalle venature blues, come “Baby, Won’t You weird me out”, “A growing disgust” e la title track, si alternano a momenti più strambi come la surreale “Holy barbarians”.
Le influenze beatlesiane si fanno palesi nella cover riletta e stravolta di “Let Me Roll It”, originariamente di Paul McCartney.
La lunga e psichedelica “Tommy Goes Berserk” chiude meravigliosamente questo lavoro che abbandona un po’ le pesantezze tipiche dei Melvins in favore di un approccio più sixties e seventies, pur sempre mantenendo il piglio ironico e dissacrante che da sempre rappresenta il loro marchio di fabbrica.

Nulla di epocale certo, ma scrivere dischi di una tale freschezza compositiva oggigiorno è cosa assai rara. In casa Melvins evidentemente è cosa di tutti i giorni, fortunatamente per noi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=9XHoArePWD8[/youtube]

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