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Dargen D’Amico – Nostalgia Istantanea

2012 - Giada Mesi
hip-hop

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Tracklist

1. Nostalgia Istantanea
2. Variazioni Sul Tema Nostalgia Istantanea

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In Italia il rap è sempre stato un genere di “nicchia”, ascoltato da pochi: attualmente si può dire che la scena rap abbia preso il sopravvento e in radio e in tv, finalmente passa. Ora che il rap si diffonde e sta diventando mainstream,la maggioranza dei rapper si piega ad un precisa logica di mercato, svilendo metrica e scrittura. In questo panorama, però, c’è ancora chi, per coerenza a certe idee e per l’intenzione di non seguire per profitto le tendenze, si distacca e riesce a stupire: Dargen D’Amico è una di queste eccezioni.

Jacopo D’Amico (in arte Dargen D’Amico o JD’) è sempre stato un artista trasversale ai generi ed estroso: il suo percorso fin dall’inizio è stato particolare e tutt’altro che prevedibile. Il suo sound si è sempre distinto e distaccato dalle convenzioni del rap italiano, facendo continue sperimentazioni e dando particolare attenzione ai testi, ricchi di giochi di parole e guizzi poetici. In questa sua ultima fatica discografica, autoprodotta dalla sua stessa etichetta, Giada Mesi.
Dargen propone un concept album singolare, basato sull’idea di “nostalgia istantanea”, elaborata da lui stesso e definita con questa frase: “Se Dio si incarnasse ancora finirebbe su una croce tutta nuova, ripreso dai telefonini in aria, ecco che cos’è la nostalgia istantanea.”, dunque la trasfigurazione di un evento del passato nel presente.
Dargen
dà l’impressione di voler tornare in un mondo che però non ha vissuto, un mondo esemplare che riesce a trovare in tutto ciò che lo circonda.
“Nostalgia Istantanea” è atipico già partendo dal formato: è costituito infatti da due pezzi di lunga durata, “Nostalgia istantanea” e “Variazioni sul tema nostalgia istantanea” (il primo di 18 minuti e il secondo di 20): inoltre, è stato messo in vendita solo su iTunes e in un vinile limitato.
I due unici brani sono, a detta di Dargen stesso, “due lunghi flussi di coscienza”: in entrambi, i suoi testi in cut-up disegnano un quadro di minimalismo sonoro, offrendo piccole istantanee poetiche di forte intensità.
Il primo brano è un esperimento nel quale vi è una ciclicità che richiama la nostalgia.
Inizia con la prima parola di un bambino,”mamma”, toccando tantissime tematiche che riguardano la società attuale,dunque la vita di ciascuno (la droga, la guerra, l’inquinamento). Vi è oltretutto un parallelismo con la Bibbia fin dall’inizio della traccia, ma esplicitato solo alla fine (“Questa esperienza per alcuni potrebbe essere anche un semplice esperimento, è stata ispirata dalla Bibbia, e dall’enciclopedia, andando verso un genere che definirei quindi enciclopedio, e basta, pace.”): è piacevole da ascoltare e scorre in modo fluido fino all’ultimo minuto senza annoiare.
Il secondo brano ne è l’introflessione:rappresenta il nocciolo del concetto di “nostalgia istantanea” in venti minuti di suoni, riflessioni ed emozioni. Questa traccia si potrebbe definire psichedelica a tratti e qui si comprende il riferimento alla sonno (“narcolettico”) nel brano precedente: infatti “Variazioni sul tema nostalgia istantanea” rappresenta un quadro onirico.

In quest’album, Dargen ha non solo creato un album notevole, ma ha anche lanciato un’innovazione senza precedenti, regalando un opera assolutamente unica nel suo genere. In questo “dialogo” di quasi quaranta minuti con l’ascoltatore, Dargen riesce a catturare e a creare un’atmosfera visionaria, che invita a riflettere perdendosi in un fiume di parole e suoni.

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