Ad un anno di distanza dalle peregrinazioni pelagiche di “Marinai, Profeti e Balene”, il buon Vinicio Capossela si concede il tempo per una sosta, opportunamente localizzata in uno dei porti che sono culla delle civiltà mediterranee, la Grecia.
“Rebetiko Gymnastas” è infatti una raccolta di brani inediti e nuove versioni di pezzi provenienti dalla sua passata discografia, reinterpretati attraverso la chiave stilistica del rebetiko, quel genere di strada, nato in povertà, in esilio, fra il popolino delle periferie e degli angiporti, fiorito artisticamente a partire dai primi decenni del secolo scorso.
La nota passione di Vinicio per la musica popolare (folk), la commistione di generi e qualsiasi melting pot culturale è di per se spiegazione necessaria e sufficiente a questo interessante progetto artistico, realizzato principalmente ad Atene con la collaborazione di alcuni illustri rebetes, come Manolis Pappos (bouzuki), Ntinos Chatziiordanou (fisarmonica), Vassilis Massalas (baglamas), Socratis Ganiaris (percussioni) e la cantante Kaiti Ntali (oltre all’ospite fisso Marc Ribot alla chitarra e Mauro Pagani al violino).
Il risultato è un vibrante e suggestivo insieme di canzoni, che riescono a coprire un vasto ventaglio di atmosfere, dal folk quasi sirtaki style di “Abbandonato” (traduzione di “Los Ejes de mi carreta” di Atahualpa Yupanqui) e “Rebetiko mou”, alle sfumature anatoliche di “Misirlou” (ricordate Pulp Fiction?), per citare in un sol colpo tre dei quattro inediti proposti (l’ultimo è “Cancion de las simples cosas”, mentre la russa “Gymnastika” era già edita su “Solo Show Alive”).
Ma anche nelle rivisitazioni la carne al fuoco è tanta, in materia di arrangiamenti, anche se a convincere maggiormente sono forse gli estratti da “Canzoni a manovella” (“Corre il Soldato”, “Signora Luna”, “Con una rosa”), in virtù di una struttura forse più aperta e malleabile, in cui l’incursione degli strumenti etnici ha più spazio di manovra.
Il feeling di Capossela con questo blues della Grecia è davvero profondo e genuino, come si può evincere dalla performance del cantautore irpino, perfettamente a suo agio in questa dinamica scorribanda di atmosfere, idiomi e storie di vita.
“Rebetiko Gymnastas”, elegantemente illustrato dal francese David Proudhomme, è quindi un dischetto assai interessante e sincero, distante anni luce da uno sterile esercizio di stile esterofilo nella musica etnica, ma al contrario genuinamente calato in un contesto artistico che, seppur di altre terre, rispecchia con la dovuta completezza i lineamenti della musica di Vinicio.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=9Id4zheuElI[/youtube]