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Interviste

Intervista agli OFFLAGA DISCO PAX

In occasione della IV edizione di “NOTE SU ALI DI FARFALLA: NOTTE PER FEDERICA E SERENA” organizzata dall’Associazione culturale “Federica e Serena”, intervistiamo per voi Max Collini, voce degli Offlaga Disco Pax, diretto a Teramo per il live di questa sera.

Qual è stata l’idea che vi ha portato a formare un gruppo del genere, cosa c’è dietro il progetto Offlaga Disco Pax ? 
L’idea base del progetto venne ad Enrico e Daniele, io non avrei mai immaginato di far parte di una band e finire a suonare in giro per l’Italia e non solo.  Io scrivevo racconti, a loro son piaciuti e così mi han proposto di fare qualcosa assieme. Siamo partiti senza particolari pretese. E’ iniziato tutto per caso, scroccavamo anche la sala prove, e nessuno di noi pensava un giorno di arrivare a fare dei tour…

Parliamo del vostro ultimo album “Gioco di società”, com’è nato, perché questo nome, cosa significa per voi?
Gioco di società prende il nome da “Corteo”, un gioco da tavola degli anni ’70 che metteva in scena una manifestazione di piazza. Enrico che si è occupato della grafica ha pensato bene di sostituire l’immagine della città immaginaria protagonista del gioco con quella di Reggio Emilia, visti i contenuti dell’album che fanno spesso riferimento alla nostra città. L’edizione del disco in vinile è caratterizzata dal tabellone, che riproduce l’esagono della città di Reggio Emilia, proprio come gli esagoni ritratti sul gioco vero e proprio. Si tratta di un gioco da tavola senza regole ben precise, quindi lascia spazio a diverse interpretazioni e ognuno può giocarselo con le regole che ritiene opportune.

Quest’album è uscito con l’etichetta discografica OPD, quindi si tratta di un’autoproduzione. Come mai questa scelta?
Andando avanti ci siamo resi conto di aver raggiunto una maggiore autonomia con il progetto e di lì l’occasione di lavorare in totale indipendenza. Con la positiva esperienza del “Prototipo EP” del 2010 abbiamo deciso di lasciare a Venus la sola licenza di stampa e distribuzione del cd, mentre noi ci siamo occupati del vinile. Di certo questo comporta qualche piccola preoccupazione burocratico – amministrativa in più, ma nulla di impossibile

Nei tuoi testi si parla molto di politica, in particolare quella degli anni ’70 e ’80, invece qual è il tuo rapporto con la situazione politica contemporanea?
La politica di quegli anni l’ho vissuta molto in prima persona, nella mia adolescenza ho militato nel Pci. Per quanto riguarda la politica contemporanea, trovo in realtà che non abbia molto fascino, ciò non significa che non la segua costantemente. In realtà è un po’ un luogo comune quello secondo cui gli Offlaga non si occupano delle situazioni più vicine ai giorni nostri, ad esempio in Gioco di Società è presente una canzone che arriva direttamente al presente, si tratta di “Piccola Storia Ultras”. Si parte dai morti del 7 luglio 1960 in piazza Reggio Emilia per arrivare a Gheddafi e alla sua caduta.

Ormai siete in attività da molto e avete alle spalle centinaia di concerti, come immagini l’ascoltatore medio degli Offlaga Disco Pax?
In realtà credo che il pubblico degli Offlaga sia molto trasversale, è bello vedere ai nostri concerti il ventenne, il quarantenne, l’universitario, il lavoratore…mi piace pensare che la nostra musica possa arrivare a tutti, magari anche ad un più vasto pubblico femminile (ironizza), a differenza di molti artisti della scena indipendente italiana che hanno un pubblico maggiormente femminile, penso a cantautori come Dente, ho notato che il nostro è pubblico prevalentemente maschile.

Stasera suonerete a Teramo per un evento molto particolare, si tratta della serata a scopo benefico “NOTE SU ALI DI FARFALLA: NOTTE PER FEDERICA E SERENA”, con voi artisti come Bugo, Calibro 35, i Cani…come sarà il live di stasera degli Odp?
La scaletta sarà all’incirca quella del tour in formato ridotto per questo evento dedicato alle due studentesse vittime del terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009. Sarà senz’altro una serata molto particolare per Teramo sia dal punto di vista benefico che da quello musicale, credo che la città non sia abituata a eventi del genere.

a cura di Natascia Mariano e Sara De Carlo

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