Pubblicato il 10 luglio 2012 per la Serjical Strike Records (sua propria etichetta creata al fine di per dare spazio a sonorità o generi musicali meno popolari), “Harakiri” è il terzo album solista di Serj Tankian.
Quest’ultimo, musicista e produttore discografico armeno, noto ai più per essere il leader dei System Of A Down, dopo un periodo nel quale si è dedicato alle più svariate attività (ad esempio, ha lavorato ad un musical “Prometheus Bound” e ha scritto la sua seconda raccolta di poesie, “Glaring Through Oblivion”), presenta il suo nuovo lavoro non come una mera raccolta di canzoni, ma come un misto di sound innovativi e al di sopra di ogni aspettativa., arricchiti da idee tutt’altro che scontate (le quali contraddistinguono i suoi album).
Fin dal titolo, vi è una sorta di trasfigurazione nell’esegesi della parola “Harakiri”: il rito per il suicidio dei samurai viene interpretato come un riferimento a “ciò che stiamo facendo al nostro pianeta, perché ciò che stiamo facendo ad esso sta uccidendo anche noi” (come ha dichiarato lo stesso Serj.
L’argomento principale dell’album è dunque il ruolo dell’uomo contemporaneo all’interno della società odierna e il mondo che lo circonda: parla quindi dell’ambiente. della politica e dell’ecologia, puntando il dito contro chi viola e inquina senza criterio.
Al contrario del precedente “Imperfect Harmonies”, Serj abbandona sonorità “dolci” a favore di una strada maggiormente rock e a tratti progressive: non è semplice definire il genere di quest’album, nel quale si susseguono armonie punk, metal (in puro stile System Of A Down) per poi affrontare in ritmiche orientaleggianti.
Inoltre il CD è caratterizzato da una singolare scelta, la quale lo discosta dai precedenti album, ma anche dalla maggioranza di dischi esistenti : per la composizione di tre tracce è stato usato un iPad. Tankian ha spiegato tale decisione sostenendo che “Dobbiamo indurre noi stessi a comporre in modi differenti per ottenere risultati inaspettati.”
Ogni brano rappresenta una sorta di racconto a parte, che ha un inizio e una conclusione, ciascuno inerente al tema del'”harakiri” etico/sociale che giorno per giorno l’uomo compie.
La title track, “Harakiri”, struggente e inquieta, riguarda la moria di uccelli e pesci (“nati per morire”,come recita la canzone) del gennaio 2011 e rappresenta la punta di diamante dell’intero CD: caratterizzata da una rara intensità, trova nella voce di Tankian il migliore interprete per un testo così semplice e significativo.
Non c’è un brano che non sia ricco di pathos e di spessore melodico, ma è da menzionare il secondo miglior brano dell’album: “Reality TV”, ritratto crudo di ciò che i media ci hanno reso, dà spazio all’eclettismo di Serj che passa da una tonalità all’altra con fermezza e bravura, spaziando in effusioni strumentali di qualità.
In definitiva, “Harakiri” è sicuramente un “must-have” , un album che dimostra libertà di espressione creativa, oltre che intelligenza: non credo sia possibile quantificare l’importanza di questo lavoro all’interno della scena musicale e culturale odierna, sia per la sperimentazione musicale che c’è dietro che per la ricchezza di contenuti e dunque credo sia necessario plaudire a un lavoro coraggioso e curato come questo.
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