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Il Diario Dell'Antigenesi

Controfase, Vetro, Patagonia Blues: Il Diario Dell’Antigenesi 10

Questa rubrica vuole essere un diario, una raccolta di pensieri, emozioni e suggerimenti su ciò che ci colpisce dei gruppi emergenti. Demo, EP, first release, MP3, tracce singole, bandcamp, myspace, e-mail. Tutto fa brodo e armonia per riempire queste pagine con nomi di progetti sconosciuti o anomali. Ci piace semplificare il tutto e mettere in collegamento realtà, persone e pensieri. Un percorso anomalo e brutale che non tiene conto delle tradizioni e del giudizio conforme. Come un’abiura della genesi, vogliamo prendere strade evolutive e di pensiero anarchiche e indipendenti, per seguire la nostra ricerca di forme artistiche nuove, che muovono i primi passi nel caos della creatività.
Se volete segnalare il vostro materiale potete mandare una mail a: antigenesi@impattosonoro.it . Vi avvertiamo che tutto ciò che ci arriverà passerà esclusivamente per la scimmietta pesca voti. Siete avvertiti.

A cura di Fabio Gallato e Lorenzo Tagliaferri.

Controfase – Rispettabili Criminali E Comuni Mortali (Autoproduzione, 2012)
Difficile non approcciarsi ai Controfase senza rischiare di incappare nei soliti pregiudizi del caso: senza troppi indugi, il parlato di Pietro Frigato non può che riportare dritti dritti ai nuovi e vecchi mostri sacri del genere, Offlaga Disco Pax e Massimo Volume, of course. Ma se dei primi non c’è quell’humus di nostalgia sinistrorsa e dei secondi manca quell’uso intensivo del flusso di coscienza di cui Clementi è indiscusso maestro, risulta subito evidente che la band altoatesina in questione gode di una personalità e di una sicurezza enormi e invidiabili: i Controfase non parlano, declamano testi pregni di politica, intricati e impegnati sì, ma che non cadono mai nella stucchevolezza di certa riot domenicale che alza deboli barricate a tempo pre-determinato. Citano saggi di sociologia, parlano di campi elettromagnetici, tumori, precariato e società di massa, imbastendo una narrativa al tempo stesso glaciale e angosciosa, sostenuta ora da un’elettronica minimale e alienante, ora da costruzioni di puro post-rock orchestrale. Se non hanno già stravinto, lo faranno a breve, statene certi.

a cura di Fabio Gallato

Streaming qui: http://www.rockit.it/controfase/album/rispettabili-criminali-e-comuni-mortali/19832
Info qui: www.controfase.it

Vetro – Punito Perchè Ho Detto Il Vero (Autoproduzione, 2012)
La vita è una merda e i Vetro non ci mettono molto a spiegarcelo. Ingredienti semplici, ma vincenti: punk hardcore di vecchia scuola, sporco e selvaggio come dev’essere, vividi ricordi degli Iron Maiden di primo pelo e dei Motorhead di sempre, testi che vomitano senza pietà il mare di melma necrotica che ci piove addosso. Un po’ Sottopressione e un po’ Smart Cops, i Vetro si spacciano per 5 ex reporter di Cronaca Vera (un thumb up grande così per la copertina), gente che per forza di cose il mondo, nelle sue sfumature peggiori, lo deve conoscere alla grande: “Le nostre canzoni parlano di rapine, omicidi, linciaggi, scommesse, adescamenti, sparatorie, droga, mafia, schettino”. Consigliati alla grande a tutti quelli che cercano ancora una sferzata di cinica mascolinità e cruda verità nell’universo punk italiano.

a cura di Fabio Gallato

Patagonia Blues – Patagonia Blues (Autoproduzione, 2010)
L’esordio dei Patagonia Blues è datato 2010 ma è una rarità che è utile riprovare oggi, a distanza di 2 anni. L’Ep, composto da 5 brani, è una rivelazione a posteriori di un sound inusuale e raramente indovinato dalle nostre parti. Questa è una di quelle volte, uno di quegli episodi che rivela e riassume il carattere vario e valido delle intuizioni di capaci musicisti di casa nostra. L’album, che comprende 4 cover ed un brano inedito, è una commistione di country con venature Bluegrass che riproduce e trasforma fantastici classici blues come Make my gateway di Charlie Musselwhite e Crossroads dei Cream, affiancati da un brano dei Grateful Dead, Minglewood Blues, e da Boom boom di John Lee Hoocker. In questo prezioso catalogo di proposte spicca, tuttavia, per bellezza, l’inedito I’m rollin’ che primeggia in ritmo e fluidità e che fa intravedere quello che è il carattere di questa band toscana capace di affiancare la propria vena artistica ai più grandi classici del blues. C’è davvero poco del carattere italiano, a parte la coinvolgente verve on stage, in questa particolare band ed è così incredibilmente attraente che non ne potrete più fare a meno.

 a cura di Lorenzo Tagliaferri

Streaming qui: http://www.rockit.it/patagoniablues/album/patagonia-blues/13147

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