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Elysian Blaze – Blood Geometry

2012 - Osmose Productions
black/doom/metal

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Tracklist

1. A Choir For Venus
2. The Temple Is Falling
3. Sigils That Beckon Death
4. Blood Geometry
5. A Blade For Twilight
6. Pyramid Of The Cold Son
7. Blood Of Ancients, Blood Of Hatred
8. Void Alchemy

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Elysian Blaze è un’oscura one-man band proveniente dall’ Australia, che esordisce per la storica Osmose Records con un mastodontico (centoquaranta minuti di durata) doppio album. Con all’attivo due dischi, una demotape e uno split, il deus ex-machina Mutatiis arriva al traguardo del terzo disco, regalandoci un’ opera divisa in due parti, enorme ed estremamente difficile da assimilare.

Infatti, la spaventosa lunghezza dei brani (la cui durata media è intorno ai venti minuti) e la produzione volutamente lo-fi caratterizzata da un sound confuso e distante, non aiutano per niente l’ascolto, ma rappresentano allo stesso tempo la bellezza di questo disco.
Tutto “Blood Geometry” è pervaso da un’ atmosfera surreale ed estremamente onirica, lontana dalla maggior parte degli altri lavori del genere. “Quale genere?”, vi chiederete voi a questo punto?
La base è quella di un black-metal molto atmosferico (che potrebbe trovare le sue influenze principali in un progetto come Xhasthur), nel quale inserti doom e ambient danno quel tocco personale che contraddistingue ogni brano.
Il primo disco si apre con “A Choir for Venus”, sorta di ouverture in cui un pianoforte (il vero protagonista nel disco) delinea un’inquietante melodia che sfocia nella lunghissima “The Temple Is Falling”. Il brano parte violentissimo, per poi contorcersi numerose volte grazie a continui rallentamenti ed accelerazioni che portano al meraviglioso break centrale, sorretto solamente da una tristissima melodia di pianoforte e tastiere.
La successiva “Sigils That Beckon Death” rappresenta uno dei brani migliori e alterna emozionanti sfuriate black (che ricordano da vicino gli Emperor del primo disco) a cupissimi rallentamenti doom, il tutto inframezzato da spettrali inserti di organo. La title track chiude la prima parte di questo lavoro con i suoi dieci minuti di dark-ambient nerissimo.
Il secondo disco mantiene intatta la struttura del primo, con un’introduzione, “A Blade For Twilight”, a fare da apertura ai due brani centrali.
“Pyramid of the Cold Son” unisce, nella prima metà, i primi Katatonia al Burzum di “Hvis Lyset Tsar Oss”, per poi collassare in un ambient-doom rarefatto che anticipa la velocissima chiusura in puro stile black. Si arriva quindi ai trentasei (lunghissimi) minuti di “Blood of Ancients, Blood of Hatred”, una sinfonia nera in sette parti, in cui vengono convogliate tutte le caretteristiche del suono degli Elysian Blaze. Una sorta di album dentro all’album, difficile da descrivere e da assimilare con pochi ascolti.
Spetta infine ad un altro pezzo ambient, “Void Alchemy”, chiudere le due ore e mezza di musica di questo lavoro. Lavoro che si regge su più livelli e che assomiglia ad un gioco di scatole cinesi in cui tutto è stratificato all’inverosimile, cosa che rende l’ascolto consigliato soprattuto a chi ha la pazienza di addentrarvisi.

Lontano dal piattume e dal mare di ovvietà che ultimamente sembra pervadere la maggior parte delle band nord-europee, gli Elysian Blaze si ergono come una delle più promettenti realtà black odierne e, con questo “Blood Geometry”, ci regalano (insieme a Lunar Aurora, Deathspell Omega e Blut Aus Nord in uscita) uno dei dischi più belli di quest’anno. Con buona pace dei nostri amici svedesi norvegesi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Qg95lCr2gdM[/youtube]

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