Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Daylight Dies – A Frail Becoming

2012 - Candlelight Records
doom/metal

Ascolta

Acquista

Tracklist

1.Infidel
2.The Pale Approach
3.Sunset
4.Dreaming Of Breathing
5.A Final Vestige
6.Ghosting
7.Hold On To Nothing
8.Water's Edge
9.An Heir To Emptiness

Web

Sito Ufficiale
Facebook

Un sound perfetto per i nostalgici dei primi Katatonia, Anathema e Opeth. Pare strano iniziare una descrizione con un benchmark del genere, solitamente collocato al capo opposto del testo, ma, in questo caso, nessuna sintesi potrebbe essere più efficace a descrivere l’operato degli americani Daylight Dies. Lo si dice in senso positivo, sia chiaro, perché non siamo di fronte a meri plagiari che si limitano a copiare quanto di notevole mostrato dalle teste di serie in questione, bensì a un gruppo con significativa esperienza pregressa (il debutto “No Reply” risale al 2002) e altrettanto palesi capacità compositive e interpretative.

Proprio come il precedente “Lost To The Living” (2008), “A Frail Becoming”, quarto loro album sulla lunga distanza, è infatti un concentrato di tutti i migliori elementi strutturali melodic death/doom, tale per cui rischia seriamente di mettere in ombra anche band di genere ben più esposte e quotate, a livello mediatico (Swallow The Sun, Novembers Doom). Già, perché la fluidità e la fruibilità di questi nove brani, unitamente alla loro costante evocatività, rendono l’esperienza d’ascolto un viaggio avvincente in oscuri meandri oltremondani, popolati da apparizioni fantasmatiche, ancora legati alle loro umane emozioni.
Il feeling da ghost-story gotica e decadente non è però il solo ingrediente di “A Frail Becoming”, che può anche contare su una solidissima base metallica, che si traduce nel riffing di Barre Gambling e  Charlie Shackelford, e nel growl di Nathan Ellis, ben accordato alla sua controparte clean (Egan O’Rourke, anche al basso).
Il risultato è una dinamica alternanza di episodi più violenti e tirati (“Infidel”, “The Pale Approach”,  “Hold On To Nothing”) e momenti atmosferici e dilatati, in cui le partiture acustiche si prendono ampi e meritati spazi (“Sunset”, “Ghosting”, “An Heir To Emptiness”). Il gruppo del North Carolina dimostra come si può suonare freschi e immediati, senza alleggerire di un grammo la propria proposta, affermandosi come una delle cose migliori sentite quest’anno in ambito melodic death/doom, assieme a gente come Ørkenkjøtt, Ne Obliviscaris e Soen.

Daylight Dies, una band dal divenire tutt’altro che fragile.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=98Kx7hxU5U0[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni