Dopo aver lasciato la musica indipendente nelle umide (e musicalmente fertili) terre irlandesi ed essere passati al lato oscuro affidandosi all’etichetta Another Century, Dan Jordan (voce/chitarra) e Brad Kinsella (basso) sono usciti dai confini nazionali esplodendo con White Collar Lies ed esibendosi in America in un tour piuttosto ricco.
La strada sporca di Dublino li ha cresciuti e quello che ne esce è un disco rock d’esordio in piena regola: pezzi orecchiabili (una su tutte, la title track), hits assordanti (Bring it on home), riff di chitarra (Cocaine Chest Pain) e ballate (Sub Human).
Il rock irlandese dei Kopek non brilla per originalità, i rimandi a Nirvana, Led Zeppelin, The Police (e senza allontanarsi troppo dal presente, Nickelback) sono tutt’altro che celati, ma dopo un duro allenamento a base di birre infinite e serate cantate nei pub, arrivano a ‘White Collar Lies‘, un album di debutto non indimenticabile ma accattivante e rassicurante. La sperimentazione sonora rasenta lo zero, ma va bene così.
In America sono entrati in classifica con Cocain Chest Pain, Love is Dead, martellante e ossessiva, è colonna sonora di Saw 3 ed MTV ha utilizzato le loro hits per alcuni programmi di cui potevamo fare a meno, da Punk’d a Jersey Shore.
“Abbiamo cominciato facendo casino, cantando e bevendo, ed il brutto tempo ci ha costretti a casa a comporre i pezzi”. Pioggia e birra, l’Irlanda.
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