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Grim, Soundstrike, Secretpath: Viaggio al termine della notte #15

“La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte”

Questa è una delle frasi più celebri del romanzo Viaggio al termine della notte, scritto da Louis-Ferdinand Céline nel 1932.
A volte, non è solo la vita a perdersi in qualche frammento della notte, ma anche la musica. Con l’avanzamento dell’era tecnologica, la quantità di uscite musicali è aumentata notevolmente, portando tutti i vantaggi e svantaggi del caso. Uno dei principali svantaggi è proprio quello di perdere tante piccole perle musicali nella notte della rete. La rubrica è quindi una riscoperta di tutto quello che nei giorni o mesi passati, non ha trovato spazio tra le pagine di Impatto Sonoro e che vi viene proposto come il biglietto per un lungo viaggio musicale. In ogni uscita parleremo di quattro tappe che riscopriamo assieme a voi. Non vi resta che partire e ricordarvi che la cocaina non è che un passatempo per capistazione.

A cura di Fabio La Donna.

Grim – Masturbating Zombie (Heavy metal, autoproduzione)
L’heavy metal è riuscito ad arrivare vivo, vegeto e quasi sano fino ai giorni d’oggi grazie al suo ardente miscuglio di potenza correlato a fattori umani, quale l’immediatezza del sound ed il pogo che ne deriva. Si aggiunga l’abilità nel “suonare” che genera sicuramente un seguito e, infine, concept semplici ed efficaci come i b-horror o storie di tutti i giorni, che danno quella credibilità in più. Se queste parole non vi hanno lasciato indifferenti, il progetto italiano che fa per voi è Grim con Masturbating Zombie. Il progetto che ruota attorno alla mente di Alex Grim ha generato un metallico e antiossidante disco influenzato da quei film horror-fantascientifici diventati ormai dei cult. Per rafforzare tale idea, la scelta di far realizzare la grafica ad Oscar Celestini, molto azzeccata. Le dodici canzoni che compongono Masturbating Zombie sono granitiche e scorrono via con la stessa intensità di un fiume in piena. Già dalle prime note il sudore inizia a scendere, le gambe a muoversi e la testa ad ondeggiare. Ad infinitum. E quando questo avviene, lo spettacolo prende forma e la musica ti entra fino in fondo alle ossa, facendoti muovere con la stessa voracità con cui un burattinaio fa muovere le proprie creature. Se i Grim riescono a ricreare tutto ciò non c’è altra via se non quella di riconoscergli talento e inserire Masturbating Zombie nella top 10 dei dischi da pogo selvaggio dell’anno passato.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=1idnEECpC-U[/youtube]

Soundstrike – Manifesto (Alternative metal, autoproduzione)
Se con il passare degli anni i Deftones non vi riscaldano più gli inverni come un tempo, potete rivolgervi a Mattia, Arianna e ai due Francesco che compongono i Soundstrike, gruppo metal arrivato al secondo long playing. Manifesto è un disco “ragionato”, dato che le parti violente e sudaticce del metal vengono alternate con tappeti elettronici, cambi tempo e ritmiche più strutturate. Nasce un prodotto genuino, vivace e di qualità dove le classic hit come Manifesto o Pronged Tounge lasciano spazio all’emotiva In Your Memory, alle marce ultrasoniche di Sparplug o allo scanzonato EBM di Manifesto RMX. Di primo acchito, alcune sfumature possono apparire non immediate, ma ascolto dopo ascolto ci si troverà di fronte ad un acquarello di sonorità estremamente seducenti. Manifesto, per concludere con le note, è stato prodotto in collaborazione con Giorgio Speranza dello Skylab Studios ed il mastering è a merito di Goran Finnberg (In Flames, Opeth, ecc) e come si suol dire…la classe non è acqua.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=vA-XgysyTfc[/youtube]

Secretpath – Wanderer (Melodic black/death metal, autoproduzione)
I Secretpath sono un gruppo calabrese nato a metà 2008 dalla mente del chitarrista Pierluigi “Aries” Ammirata. Dopo svariati cambi di line-up e definito il sottobosco musicale, sono giunti più carichi che mai al secondo demo. Questo Ep, oltre ad essere di pregiata fattura, risulta davvero interessante e rappresenta un ottimo biglietto da visita per il gruppo stesso. Un death metal vagamente contaminato dove i continui downtempo misti a cavalcate furiose creano un pathos di lucido incanto. La personalità del gruppo riesce ad infondersi nelle canzoni, facilmente riconoscibili, dando vita a stacchetti growl/clean mai scontati e divinamente potenti. Tutta la produzione è sullo stesso livello qualitativo anche se … And So I Return to the River punta ad avere una marcia in più. Probabilmente uscirà nel futuro un LP e nel frattempo non possiamo far altro che consigliarveli…

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=HaKZnxIotmk[/youtube]

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