A due anni di distanza dalla morte di Trish Kennan, uccisa nel 2011 dal virus H1N1 durante un tour in Australia, questo “Berberian Sound Studio” suona tristemente come un dovuto omaggio alla memoria dell’artista che dei Broadcast era più che una voce.
Si tratta di un progetto intrapreso con il regista Peter Strickland quando ancora Trish era in vita e nulla sembrava poter minare l’ascesa electro-pop della band britannica.
Il film è la storia di un ingegnere del suono che crolla in un vortice di (in)spiegabile follia mentre è al lavoro sulla sonorizzazione di un horror-movie all’italiana degli anni ’70, “Il Vortice Equestre”. Se il film di Strickland non è onestamente nulla di memorabile e scivola via anonimo tra le uscite cinematografiche dell’anno appena trascorso, diverso è sicuramente l’apporto dei Broadcast che mettono in piedi una sorta di feticcio enciclopedico della library music all’italiana, in grado di setacciare con classe genuina ora i Goblin e Dario Argento, ora Morricone e Nicolai, in un continuum di 39 frammenti sonori che sembrano un’inquietante viaggio etereo tra foto ingiallite e riprese sgranate.
Lontano dal capolavoro visionario “Investigate Witch Cults Of The Radio Age” – col tragico senno di poi il testamento dei Broadcast – “Berberian Sound Studio” è tutto sommato un progetto suggestivo e piacevole, che soffre però la mancanza di momenti musicali veri e propri capaci di funzionare egregiamente anche senza l’ausilio delle immagini e di alzare l’asticella del puro e semplice omaggio sussidiario e programmatico ad un genere musicale e cinematografico in continua rivalutazione.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=H7zIfUwwoQ0[/youtube]