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Interviste

Intervista agli HIDDEN PLACE

Gli Hidden Place sono tra le migliori proposte electro-alternative del mercato italiano. Fortemente apprezzati anche oltre le Alpi, hanno saputo costruirsi una reputazione solida. Disco dopo disco, anno dopo anno. Dopo la recensione di Novecento, abbiamo deciso di andarli a conoscere per approfondire di più la genesi di questo disco.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Impatto Sonoro. Dopo circa tre anni da Punto Luce avete dato vita ad un nuovo lavoro, Novecento. Siete soddisfatti della realizzazione? Cosa è cambiato rispetto ai lavori precedenti?
L’uscita di questo nuovo disco è stato un parto molto faticoso anche se alla fine siamo stati abbastanza soddisfatti. Le registrazioni sono durante quasi un anno perché volevamo fare un salto di qualità rispetto ai lavori precedenti. Abbiamo reintrodotto di nuovo il suono della chitarra creando atmosfere liquide e lisergiche che non erano presenti nei nostri precedenti album. Potremmo forse dire che questo è il nostro lavoro più maturo dal punto di vista artistico partendo dalla musica fin ad arrivare all’artwork. Inoltre la nostra nuova label Calembour Records, guidata da Froxaenne dei Frozen Autumn, ha fatto un ottimo lavoro di produzione e sta continuando a fare un lavoro abbastanza professionale dal punto di vista della promozione.

Come avviene il processo creativo che porta alla realizzazione delle canzoni? Seguite un iter preciso o ogni volta è un “parto” nuovo?
Non esiste un processo ben preciso nella composizione delle nostre canzoni. Principalmente ci facciamo ispirare dal quello che sentiamo dentro e tendiamo ad evidenziare una certa atmosfera e malinconia di fondo che in alcuni casi e più evidente in altri casi meno. Curiamo in maniera sempre diversa la parte elettronica e le melodie senza interessarci in alcun modo della tecnica. Non abbiamo mai pensato di essere ottimi musicisti. Ciò che ci ha sempre interessato è la creatività, l’istintività, l’impulso, l’avanguardia, l’idea di voler colpire e sorprendere. Tutte idee molto lontane dalla vera e propria tecnica di un musicista. Per fare un esempio, i nostri punti di riferimento potrebbero essere“ Nevermind the Bulloks “ dei Sex Pistols e “Radioactivity” dei Kraftwerk. Esempi in cui la tecnica è annullata, ma la creatività ha raggiunto altissimi livelli.

Collegandomi alla domanda precedente: come avviene la scrittura delle liriche? Avete dei punti di riferimento da cui traete ispirazione? Ermione, per esempio, è tratta da La Pioggia Nel Pineto di D’Annunzio…come mai tale scelta?
Abbiamo sempre come punto di riferimento le Avanguardia artistiche del ‘900 che nel complesso hanno avuto una forte influenza nella cultura moderna. Nell’ultimo album cercavamo una lirica italiana molto toccante che fosse in bilico tra amore e natura, cosi abbiamo scelto la “ Pioggia nel Pineto “. Questa lirica è uno degli esempio di più celebri in cui la parola diventa musica. Quello che colpisce è la cura nei minimi dettagli delle parole utilizzate e delle rime. Inoltre il termine spesso presente “ Piove “, sta alla base di una certa estasi raggiunta dal Poeta e dalla sua donna Ermione mentre attraversano il bosco. Il tutto si adatta alla perfezione con le atmosfere nostalgiche e passionali create dalla nostro musica. D’Annunzio è stato il simbolo di una certa italianità di spirito nobile. Lui è andato sempre “oltre” ponendo alla base di tutto l’Arte come idea totale. Collocandosi tra Decadentismo e Futurismo, tra azione e contemplazione.

Ultima domanda sugli “iter produttivi”. Come avviene la definizione del packaging del disco?
Questo disco, rispetto agli altri, potremmo definirlo come un concept. Il titolo è un tributo al XX secolo “ Il Novecento “, un secolo alquanto particolare. Secolo delle avanguardie ( Futurismo, Dadaismo, Costruttivismo, Suprematismo) , delle rivoluzioni, del decadentismo, della bellezza, caratterizzato da un clima di sperimentazione continua e da forti slanci artistici e culturali. Un tributo anche a menti geniali come Marinetti, Balla, Russolo, D’Annunzio che nella loro vita hanno “sconvolto”. La grafica inoltre ha dato pù profondità al nostro lavoro. La cover sembra ricordare immagini dell’epoca, quell’epoca della prima Modernità e le immagini interne decorano tutto il lavoro. I colori sono stati studiati alla perfezione e il tutto si sposa bene con la musica.

Nel disco ci sono due feature. Una con Handful Of Snowdrops e una con The Frozen Autumn. Come sono nate queste collaborazione? A proprio di “altri musicisti”: che dischi state sentendo in questo periodo?
Con i Frozen Autumn avevamo già collaborato nel nostro primo disco dove Diego Merletto aveva fatto due versione di un nostro brano. In “ Novecento “ è stata la volta di Arianna. La sua voce è particolarissima ed è una delle migliori in circolazione. Il suo modo di cantare è molto profondo. Con la sua voce ha dato quel tocco di eleganza e decadenza al brano “ Legendary Divers “.Quanto alla collaborazione con gli Handful of Snowdrops il tutto nasce dalla nostra grande passione verso il gruppo canadese. Li seguiamo da anni e ” Beetwween the devil and the blue sea ” è un piccolo sogno avveratosi che in un certo senso abbiamo sempre avuto nel cassetto. Oggi come oggi non avremmo pensato che saremmo arrivati a questa collaborazione, ma come vedi la musica riserva sempre incredibili e piacevoli sorprese.
Ascoltiamo sempre tantissima musica. Ultimamente stiamo ascoltando :
Saralux – Simple Mind “ New Gold Dream “, Death in June “ But what ends when the symbols shatter “, National “ High Violet “.
Fabio – Frozen Autumn “ Chirality “, Death in June “ Nada!”, Asylum Party “ Borderline “
Giampiero – John Foxx “ The Garden “, Scott Walker “ Scott “, Skids “ The Saints are coming “
Antonio – Modern English “ Omonimo “, Derniere Volonte “ Immortal “, Patenbrigade:Wolff “ Hochstapler “

Ho scoperto da poco i Lupi Gladius. Erro o qualcuno di voi ne è coinvolto? Ci date qualche informazione aggiuntiva?
Lupi Gladius è stato un progetto pre-Hidden Place nato nel 2002. Il nostro è stato un piccolo contributo a delle sonorità che abbiamo sempre amato. Sonorità acustiche, marziali e apocalittiche. Inoltre abbiamo sempre ascoltato gruppi come Death in June, Sol Invictus e tanti altri ancora che hanno portato avanti una certa matrice artistico/musicale prettamente europea. All’epoca abbiamo registrato solo un minicd intitolato “ Lvcania “ dedicato alla nostra terra . Si tratta di un lavoro molto istintivo e forse poco curato dal punto di vista della composizione, ma molto importante anche per la nostro crescita musicale. Per noi è stato un periodo molto spensierato che ricordiamo sempre con gioia. Per molti anni abbiamo quasi messo da parte questo mini concentrandoci su Hidden Place, ma finalmente ora è stato stampato in edizione limitata dalla label tedesca Castellum Stoufenburc .

Intervista finita. Volete aggiungere altro? Progetti o idee future?
Innanzitutto ringraziamo te e tutto lo Staff di Impatto Sonoro per averci concesso questo spazio. Abbiamo solo delle nuove idee ma niente di che e con molta calma inizieremo a riflettere sul prossimo lavoro. Ora ci preme molto suonare in giro e promuovere il nostro ultimo album.

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