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L’Officina della Camomilla – Senontipiacefalostesso Uno

2013 - Garrincha Dischi
pop/indie

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Tracklist

1. Dai Graffiti del Mercato Comunale
2. Morte per Colazione
3. La tua Ragazza non Ascolta i Beat Happening 4. Agata Brioches 5. Un Fiore per Coltello
6. Città Mostro di Vestiti
7. Lulù Devi Studiare Marc Augè
8. Le mie Pareti Fluorescenti di Nord Africa
9. La Provincia non è Bella da Fotografare
10. Ho Fatto Esplodere il mio Condominio di Merda 11. Pegaso Disco Bar 12. Ti Porterò a Cena sul Braccio della Ruspa
13. Senontipiacefalostesso

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Sono giovani ed al primo album, dopo una bella dose di tempo passata su Youtube a farsi ascoltare e a piacere, ed ovviamente indovinare la perfezione da subito non è cosa affatto facile.
Mescolano tanto, dai ritmi vivaci ai pezzi più nostalgici, senza salire mai nell’Olimpo ma senza lasciare con l’amaro in bocca; la chitarra conduce i giochi in Le mie Pareti Fluorescenti di Nord Africa e la tastiera lo fa in Città Mostro di Vestiti, mentre si lascia spazio a tantissime divagazioni, perché dall’allegria di Morte per Colazione alla malinconia di Senontipiacefalostesso si cambia moltissimo.
Il tutto è suonato ottimamente, ognuno sembra sapere qual è il suo posto e il senso trasmesso è quello di una musica ordinata, stesa con calma e suonata con perizia, senza mai perdere di vista l’obiettivo di un album molto apprezzabile.
La pecca è la mancanza di ciò che renderebbe Senontipiacefalostesso Uno un’opera di livello ben più alto: una voce in grado di ammaliare il pubblico, mentre quella di Francesco De Leo è molto particolare, probabilmente troppo. Non facilita l’orecchio, risultando fastidiosa in alcuni punti, inevitabilmente sempre in primo piano, distrae dallo strumentale e danneggia sicuramente l’impressione al primo ascolto, cosa non facile da cambiare poi. Sembrerebbe impostata appositamente in questo modo, ed è forse il caso di cambiarla almeno un po’: dal vivo prendono molto di più, lo garantisco io.
(Viene facile il confronto con Lo Stato Sociale, compagni di etichetta e non solo, e tutti giù a dire “eh ma non c’è paragone, Turisti della Democrazia è due spanne sopra per i testi e per come ha colpito il pubblico”. Ammesso e non concesso, è anche il terzo album della band di Bologna, e gli altri due nemmeno li avete mai sentiti: diamo del tempo a Milano.)
Se poi il genere non vi piace beh, inutile ascoltarlo, ma lo sapete a priori: non tentano certo di dare un’immagine ingannevole di loro stessi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Cpx88h3dRjQ[/youtube]

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