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Hooligans, di Lexi Alexander


Scheda

Titolo Originale: Green Street
Nazione: Usa – UK - 2005
Regia: Lexi Alexander
Soggetto e Sceneggiatura: Lexi Alexander e Dougie Brimson
Genere: Drammatico
Produzione: Gigi Pritzker, Deborah Del prete, Donald Zuckerman Per Baker Street, Odd Lot Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 109‘
Interpreti: E.Wood, C.Hunnam, Claire Forlani, Leo Gregory, Marc Warren, S.Dunham, T.Hatcher
Nelle sale dal: 09/06/2006
Voto: 6.5

Matt è uno studente di giornalismo di Harvard ad un passo dalla laurea quando viene ingiustamente espulso dal college per possesso di cocaina, droga in realtà di proprietà del suo compagno di stanza. A questo punto, in attesa di sapere cosa fare della propria vita, decide di andare a trovare sua sorella Shannon che da qualche anno si è sposata e vive stabilmente a Londra. Li conoscerà Pete, fratello minore di suo cognato Steve, insegnante di storia ma anche capo della GSE, un temibile gruppo di ‘tifosi’ del West Ham United.

Il rito di iniziazione che porta uno ‘yankee’, così come viene nemmeno troppo amichevolmente definito Elijah ‘Matt’ Wood, dallo stato di fan del Baseball sino a diventare membro integrante e definitivo di una delle ‘Firm’, gruppo di tifosi, più pericolose del Regno Unito. Una pellicola che trasuda poco calcio e molta tradizione sportiva e lotte storiche fra Firm rivali, la più temibile decisamente quella del Millwall. Un film che opta per una scelta strana in cabina di regia, che però non pregiudica l’esito finale della pellicola, per una storia che curiosamente avrebbe potuto attrarre un regista come Ken Loach, ben noto per apprezzare ‘storie di sopravvivenza urbana all’ombra della regina’, e che invece è stato affidato all’ex atleta Lexi Alexander, campionessa di kickboxing e karate prima di dedicarsi al mondo della ‘settima arte’, qui autrice anche di soggetto e sceneggiatura in coppia con Dougie Brimson. La Alexander riesce a fotografare con lucidità non solo le risse da strada fra hooligans rivali, ma anche dubbi e incertezze di un sottobosco culturale che merita di essere analizzato e che precedentemente era già stato fedelmente fotografato da un film omonimo datato 1995 diretto da Philip Davis. Una pellicola quindi per amanti non solo del calcio non solamente britannico, con un epilogo inevitabilmente tragico ma con un cast che consente al film di farsi vedere e apprezzare sino all’ultimo minuto.

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