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De Arma – Lost, Alien And Forlon

2013 - Trollmusic
Black/Metal/Post-Rock/Shoegaze

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Tracklist

1. The Tower
2. Left To Hide
3. Watching The Walls Come Down
4. Fires Of Hope
5. Behind These Filthy Panes
6. Wretch
7. Dislocated

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Dall’apparentemente inesauribile bacino di talenti scandinavo, gli svedesi De Arma debuttano con un disco, “Lost, Alien And Forlorn”, dedito a quelle particolari sonorità che intrecciano atmospheric black metal e post-rock/shoegaze (vicine ai più noti Alcest, Les Discrets e Lantlos), molto in voga fino a poco tempo fa, prima che l’inevitabile saturazione del mercato smorzasse l’hype, con la stessa rapidità con cui si era generato.

A parte questa abituale dinamica di consumo, il sotto-genere più soft e dandy del black metal ha comunque rappresentato una bella valvola di sfogo e una salvifica ancora di salvezza, per coloro i quali, band e pubblico, cominciavano a essere stanchi dell’attitudine evil e depressed imperante nel genere. Sotto questo punto di vista non è infatti un caso che il vocalist in forze ai De Arma sia Frank Allain (a.k.a. The Watcher), master mind dei Fen, altro notevole combo che sta (r)innovando il genere dall’interno, sulla base di una genuina attitudine e personalità folk, vintage e a tratti psichedelica (la band inglese ha per altro già tenuto a battesimo i De Arma, in occasione dello split
“Towards The Shores Of The End”, 2011). Rispetto alla sua band principale The Watcher lascia qui l’onere compositivo a Petterson (Lönndom, Whirling) e J. Marklund (LIK, Sorgeldom), facenti entrambi parte di alcune delle più belle realtà indipendenti svedesi in campo estremo.
“Lost, Alien And Forlorn” (disco di debutto anche per l’etichetta Trollmusic di Thor Joakimsson) è un disco fresco, intenso e immediatamente fruibile (“The Tower”), distante dal vecchiume di certa ortodossia metallica, e anche piuttosto coraggioso nel proporre linee melodiche vicine addirittura a certo dark-pop anni ’80 (non stupisce in questo senso la dichiarata passione di Allain per i Tears For Fears, ad esempio), senza per questo rinnegare la componente estrema, comunque presente nel riffing di Petterson e nello screaming che occasionalmente si alterna alla piacevole voce pulita del singer britannico.

A livello compositivo i brani giocano molto sulla ciclica ripetizione, di ritmiche e liriche, per produrre un’atmosfera quasi ipnotica e sicuramente molto immersiva (“Watching The Walls Come Down”), che, concordemente alla buona alchimia sonora, crea un impasto definito e omogeneo, nella sua semplicità strutturale. La chiave di volta di “Lost, Alien And Forlorn” sta in fondo proprio qui, nella semplice funzionalità delle sue soluzioni, che rappresenta un differente back to the roots stilistico, verso una sorgente emozionale, leggera e psicologicamente sostenibile. Parafrasando Bateson: verso un’ecologia del black metal.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4pGBTLXDOQA[/youtube]

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