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Interviste

Intervista ai METZ

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Incontriamo i Metz al Freakout, locale di Bologna che si sta ritagliando uno spazio importante nell’offerta musicale cittadina e anche nazionale. La band canadese è al suo primo tour europeo susseguente al rilascio del loro primo omonimo disco dell’anno scorso, molto lodato a livello di critica. Il cantante della band e chitarrista ha risposto alle nostre domande ma tutti e tre i ragazzi si sono mostrati molto gentili e disponibili lungo il corso di tutta la serata, non disdegnando anche qualche chiacchiera informale. Il concerto è stato breve ma davvero intenso, con la band di Toronto che ha avuto un impatto sonoro eccezionale suonando canzoni provenienti dal loro LP, come “Wasted”, “Get Off”, “Headache” e “Negative space”. Da segnalare la prova del batterista della band, un vero e proprio rullo compressore che ha trascinato i tre in uno show trascinante.
Il concerto è stato aperto dai Boomerangs, la nuova band dell’ex bassista dei Jennifer Gentle, che hanno offerto un pop psichedelico misto all’indie più classico. Una discreta prova, anche se hanno avuto la sfortuna di suonare di fronte a un pubblico poco numeroso in quel momento e hanno risentito di qualche errore nell’esecuzione.

Siete in tour europeo da un mese circa: come sta rispondendo il pubblico alla vostra musica? Siete soddisfatti? Quali sono gli show che avete preferito?
Ci stiamo divertendo moltissimo! Il pubblico è stato davvero gentile nei nostri confronti. Questo primo tour europeo sta superando tutte le nostre aspettative. Ogni città ci ha dato vibrazioni diverse e emozioni diverse, quindi non saprei dirti quali preferiamo, non sarebbe giusto. Siamo stati in un sacco di nazioni diverse e sono tutte bellissime!

La vostra musica è un tributo “nel vostro stile” a tutte le grandi band post-hardcore degli anni 90 e 80 come Fugazi e Jesus Lizard, ma quali sono state le altre vostre fonti di ispirazione nel creare il vostro sound?
Ascoltiamo un sacco di tipi di musica diversa, in realtà. Abbiamo sicuramente radici punk e hardcore in quello che facciamo, ma ci piacciono molto anche tipi di musica diversa. Ascoltiamo pop, metal, hip-hop, e credo che tutti questi generi lascino tracce nella musica che facciamo. Crescere in Canada ci ha aiutato, adoriamo Neil Young e credo che sia un monumento nazionale. La sua musica si connette molto profondamente con noi a molti livelli. E’ difficile da evitare come influenza!

Siete una delle poche band del vostro genere dell’inizio degli anni Dieci che ha avuto successo in diversi tipi di audience, non solo nella fanbase dell’Hardcore, tradizionalmente stretta. Come avete reagito, ad esempio, all’attenzione che vi ha dato un sito indie come Pitchfork conosciuto a livello mondiale?
Beh se paghi le persone giuste, avrai delle buone recensioni! (ride) No, in realtà, siamo stati molto sorpresi. Abbiamo sempre fatto musica per noi stessi e con il disco che abbiamo fatto non avevamo grandi aspettative su come la gente l’avrebbe ricevuto. E’ stata una bella sorpresa. Credo che volessimo fare qualcosa che ci potesse rappresentare e non ci aspettavamo grandi folle. Ma siamo molti contenti che ci sia stata una reazione così positiva.

Il vostro nuovo singolo “Dirty Shirt” è uscito circa due mesi fa. Avete pianificato di rilasciare nuovo materiale nei prossimi mesi oppure farete un nuovo LP?
Quando torniamo a casa faremo delle sessioni di registrazione per vari progetti ma non sarà un nuovo lp. Rilasceremo diverse cose nel prossimo anno e stiamo iniziando a discutere di un nuovo LP. Quando finiremo il tour, all’incirca in Agosto, lavoreremo al disco.

Una delle cose che secondo me vi hanno aiutato a diventare conosciuti è stato il video di “Wet Blanket”, che ritengo sia una delle cose più strane che io abbia mai visto. Ci potete raccontare i retroscena di questo video paranoico e assurdo?
Beh, per quel video non possiamo avere merito o demerito! E’ stato Scott Cudmore, il regista del video, un nostro caro amico, a curare il video. Ha avuto l’idea e l’ha filmato. Normalmente non diamo carta bianca ad altre persone, ma stavolta l’abbiamo fatto e siamo contenti.

Quali sono i consigli che potreste dare a band che vogliono fare strada nel vostro genere?
ate musica solo come la volete voi e non lasciate spazio a nessuno che vi dica cosa fare. Noi personalmente non abbiamo mai cercato di “entrare” in una scena e non l’abbiamo fatto. Siamo partiti da Toronto e abbiamo avuto un bel responso e quella è stata un’ottima cosa! Non fate compromessi e credo che avrete le migliori soddisfazioni. Non cercate il successo perchè quello arriva ma sparisce anche in fretta perchè i gusti delle persone cambiano in fretta soprattutto in quest’epoca.

Quali sono i dischi che state ascoltando di più in questo inizio 2013?
Stiamo ascoltando molto il nuovo disco di Beak, un musicista che suona nei Portishead. Il suo disco è molto figo. E poi un sacco di band di Toronto, come i Teen Anger e i Dustin. C’è un sacco di buona roba lì.

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