Beats suadenti, distorsioni al massimo e dolci melodie vocali: il primo LP degli How To destroy angels segna l’ufficiale punto di arrivo di Trent Reznor (deus ex machina dei Nine Inch Nails) al genere rnb, e lo piega nelle direzioni da lui già sperimentate a partire de “Year Zero”, disco dei NIN del 2007.
L’impatto è in effetti strano: il disco presenta una grande quantità di toni e varianti, dalle atmosferiche “On the wing” e “Hallowed Ground” a pezzi rnb più classici come “Keep it together” o “Too late, all gone”, passando da pezzi electro-distorti come la title track o la splendida “And the sky began to scream”. Discorso a parte merita poi l’oggetto misterioso del disco: la cadenzata ballata al banjo “Ice age”, che ricorda da vicino molte delle sonorità sperimentate da Reznor e compagnia nelle colonne sonore da lui musicate negli ultimi anni.
Il disco presenta molti alti e qualche basso: i cali di ispirazione ogni tanto si notano ed è questo il principale problema dell’Lp. Si passa da pezzi impressionanti come “Strings and attractors” (una delle mie canzoni preferite di questo inizio 2013) e l’altrettanto splendida “Too late, all gone”, piene di ritornelli ricchi di pathos e melodie espressive, a canzoni che hanno abbastanza poco da dire, come l’inutile singolo “How long?” o l’ultima traccia “Hallowed ground”, decisamente troppo prolissa.
Ma il materiale indubbiamente c’è e non si può rimproverare a Reznor di aver mancato di ricerca in campo sonoro e di produzione, che rimane sempre ad altissimi livelli e non è mai banale. Il disco dura a lungo ma si lascia comunque ascoltare con piacere, anche se non raggiunge le vette del loro primo EP, a mio modo di vedere decisamente il loro miglior prodotto per adesso.
Insomma, Trent Reznor ce l’ha fatta ancora una volta, anche se in versione un po’ minore a questo giro. La banalità non farà mai per lui e si vede.
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