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VENUS IN FURS – BRA! Braccia Rubate All’Agricoltura: i testi in anteprima

In anteprima assoluta ed esclusiva per ImpattoSonoro i testi di “BRA! Braccia Rubate All’Agricoltura”, nuovo album dei Venus In Furs, in uscita il prossimo 15 aprile su Phonarchia Dischi/Cavalleria Burlesque nell’insolito formato Key-Play.
Trovate tutti i testi qui sotto, presentati direttamente dai Venus In Furs.

BRA! è un disco molto sincero, diretto, autobiagrafico, spietato contro tutto e tutti, è stata una sorta di liberazione personale, l’ho fatta innanzitutto per me, per chi suona con me & con chi suona con me.
In BRA! ho fatto nomi, riferimenti ad altri musicisti con cui non concordo ed ho detto la mia.
mi ero promesso di non cadere in cliché di cui oramai, io in primis da ascoltatore non riesco piu a sopportare.
mi ero promesso di far di tutto per dare il giusto peso ad ogni parola, e cosi ho fatto, o meglio, ho cercato di fare.
anche la scelta del numero dei pezzi, non è casuale. affatto.
abbiamo preso quello che ad oggi è il peso medio che vien dato ad un ascolto di un disco e lo abbiamo Suddiviso in meno parti, in meno pezzi, in modo che quello che credevamo fosse importante avesse il giusto peso. vorremmo che chiunque si prendesse la briga di ascoltare questo nostro secondo lavoro, avesse quei due minuti in piu per soffermarsi.
Non ci interessa infilare un chiodo tormentone in testa della fascia 14enne.
ci interessa il confronto. con chi ci ascolta, con chi non lo farebbe mai, con chi scrive musica. con chiunque abbia qualcosa da dire. con tutti.
in questo album non sarà facile trovare testi orecchiabili, non ci sono esagerati “ganci vocali”.. insomma. tutto lascia pensare che si sia fatto l’opposto di quello che sarebbe stato consigliato fare eppure.. siamo convinti di avere azzeccato tutto.

LEGGINGS
tu, tu che ti metti i leggins  
perché il tuo tipo, i Melvins,  
non sa che sono “gli eroi” 
e te, che ti fai fotter forte 
per mantenerti in forze 
e tuo figlio sta coi tuoi 
da qui, a tu che vieni ogni night 
per fotografarmi ai live 
con la tua nuova Reflex Canon 5d, ma dai

fuori dalle palle che non è possibile

tu che manifesti forte
tanto sai che le botte
son le uniche che avrai
e lei, presidente in mano alla sorte,
non paga per le sue colpe
non si illuda, che non si sa mai
magari un giorno o l’altro e poi
un giorno  saremo a corte, col cuore in mano e le palle rotte
le bugie son pesanti ed hanno le gambe corte

fuori dalle palle che non è possibile 

tu, tu che mi stringi forte
dici “è solo così che Morte non ci troverà mai”
ed io che sto notte e giorno sveglio
non esco di qua da tempo
un giorno o l’altro svengo, se attendo
e se penso, che ci aspetta un domani buio,
avremo tutti le spalle al muro
tuo padre dice sempre:
“o ti alzi  e ti incazzi, o ti giochi il futuro”

fuori dalle palle che non è possibile..

Scommettiamo?

BRACCIA RUBATE ALL’AGRICOLTURA
sogna chitarrista 
presto sarai una rocktar
la Punto Abarth nel garage
il ciuffo punk vedrai non tradirà 
e il letto te lo rifà  mamma
all’iphone ci pensa la nonna
che ai conti ci pensa papà

la tua indipendenza è una conquista
da fuori sede in una grande città
sei fuoricorso e con la sveglia dopo l’una
a smaltire la sbronza della sera prima 
in culo ai tuoi vecchi che ti pagano “singola in centro e università”

non va

ormai sei andato oltre, sopra ogni limite
vedermi in te fa male, è terribile
ti avessi faccia a faccia, che libidine
finché nessuno vede non c’è crimine
fra me e te c’è uno specchio, sei irraggiungibile
finché nessuno vede no, non c’è crimine

il punto è che mi stai sulla minchia
tu si hai una dignità, e non vuoi
far la fine di papà
la fine di un operaio in fabbrica
vuoi metter col fare  il calciatore, la velina, l’attore 
o la diva in pubblicità?

scappa e non far finta
farai una fine amara
ti sfai di coca, se non vuoi morir di noia
i pomeriggi su Facebook e cena al McDonalds
e piangi se pensi alla maglia che avevi col Che Guevara

non va

ormai sei andato oltre, sopra ogni limite
vedermi in te fa male, è terribile
ti avessi faccia a faccia, che libidine
finché nessuno vede non c’è crimine
fra me e te c’è uno specchio, sei irraggiungibile
finché nessuno vede no, non c’è crimine

vola bimbominchia
il tuo viaggio in orbita, che poi 
tu sia operaio o un astronauta
giocati bene la possibilità
che questa volta è l’ultima
si questa volta è l’ultima
che questa volta è l’ultima

NEL NOME DEL PADRE
siamo un’orda di barboni 
mentre lottiamo per un ostia
lui dorme e fa i milioni

ha tutto quello che fa per te
se compri due paghi tre
dagli accendini ai narghilè
servizio tazze da caffè

sian matrimoni o estreme unzioni
tutti lo vogliono anche se
si è il paese dei bestemmiatori

bomboniere per sposi gay
evade dal ’76
mentre una fetta va all’Opus Dei
il papa vende su Ebay

lo troverai in tv facendo zapping
o magari in uno spot dei suoi su MediaShopping

Stampa magliette, statuette, quadretti, ed  i rosari in Cina,
e le rivende con targhette adesive, ben fatte,
con scritto a mano “Made in PIetralcina”

siamo il paese dei “bamboccioni”,
ci compreremmo anche l’aria nei polmoni,
che coglioni 

(ha tutto quello che fa per te
se compri due paghi tre
dagli accendini ai narghilè
servizio tazze da caffe 

giro girotondo cascasse il mondo
voglio anch’io diventar santo a san giovani rotondo

ma dico io, è mai possibile? 
approfittar di un uomo sì discutibile, un uomo fragile
dandone in pasto al mercato il cadavere e l’immagine
un po come “puntar, mirar: fuoco.” 

ma dico io, un essere  umano stampato sulle magliette,
nei presepe, allo stadio e nelle fototessere
Dio mio se  è pieno di gente psicolabile,
siete matti, pazzi,
fatevi vedere.
 
SOTTO STRESS
 il normale corso degli eventi è
è piu forte di me
la notte fermo, e se penso batto i denti,
io non dormo fino alle tre
piu che l’esercito del sert,  Vasco ammettilo,
questa è la milizia dell’i-pad

e poi ho questo prurito in testa che “dicono sia lo stress”
l’idea di aver sbagliato tutto resta,
senza moviola o replay
sentirsi quel membro dei Beatles,
che un giorno agli esordi disse: “lascio la band”

come un indiano solo nel far west
come Zenigata quando c’è Lupin
un astemio al’Oktoberfest
sotto stress
la bilancia sotto Platinette
come Corona senza la Belèn
PIno Scotto in una boyband
sotto stress

vorrei svegliarmi un giorno
ed esser diventato Papa Ratzinger
poter viaggiare in tutto il mondo
sempre comodo, in papamobile
e per sentirmi piu vicino a Dio
non dover sperar sempre in qualche sconto Ryanair

come la bilancia sotto platinette
come Zenigata quando c’è Lupin
un astemio all’Oktoberfest
sotto stress
come Moana in un giardino Zen
o Barbara D’Urso in una gang bang
 come Silvio in fronte al giudice
sotto stress

su le mani ancora su le mani 
unisciti a noi anche tu 
su le mani alla festa su le mani
se ci provi non ci molli mai piu 
hai presente l’ansia nel domani
nel sentirsi circondato dai guai
un po’ come sentirsi Brad Pitt
tutto nudo in mezzo ad un gay pride

mi sento
come un indiano solo nel far west
come Zenigata quando c’è Lupin
un astemio al’Oktoberfest
sotto stress
la bilancia sotto Platinette
come Corona senza la Belèn
Pino Scotto in una boyband
sotto stress

ti prego, oh buon Gesù
voglio la vita com’è in tv
almeno i Puffi eran tutti uguali,
tutti statali e tutti  blu
invece c’è ancora chi non sa
che é la meritocrazia 
che semplicemente non funziona
tanto valeva l’oligarchia

ok non ce la faccio più 
 scappo in Brasile o vado in Perù
che qui neanche i Sofficini alla tele ridono più 

c’è pure la pubblicità, 
forse la mia piu vecchia amica
con questa storia dei “denti bianchi in sette giorni”
mi sta sfottendo da una vita

VIA DEL CAPPELLO
in via del cappello c’è un uomo sveglio
ogni mattina presto
sembra mi aspetti, garage aperto,
smonta la moto pezzo per pezzo
in via del cappello c’è un fiume sordo
che scorre nero e lento 
in via del capello c’è un buio pesto
e il faro del fornaio è ancora spento 

in via del cappello amarsi è il meno
e sudarsi è il bello
in via del cappello volersi è bello
ma sfogarsi è molto meglio
in via del cappello al numero 4
si è fermato il tempo 
via del capello ti resta in testa e nel petto
come un vecchio ritornello

e in un niente sono da lei
Mastroianni prima, e Nanni Moretti poi
entro il primo tempo del film,
Mari rilassami
rilassami 

via del cappello ha uno strano odore
speziato e acerbo
la setta islamica in tarda stanotte,
si raccoglie attorno ad un fonrello
mille razze attorno a un fuoco,
ed un vecchio che si destreggia
in via del cappello c’è babilonia 
Dio solo sa chi è dentro e a cosa armeggia

in via del cappello la notte è buia
la notte é brava
ti ammazza il sonno prosciuga il sangue
ti asciuga il mento sporco di bava

in via del cappello va già chi cerca
qualcosa da tempo
e gira voce sia la via giusta
semplicemente anche per chi si è perso.

e dal niente arriva lei,
con una boccia di rosso sangue rubata ai suoi
del niente arriva lei, e affoga i mali miei
e dal niente arriva lei,
elegante suo solito fra cazzi suoi
dal nulla arriva lei, a sedare i miei
come sempre arriva lei,
con un due calici colmi dei desideri suoi
dal niente arriva lei, a soddisfare i miei

il buio striscia un po piu in là
è mattino presto e il sole spunta già
e via del cappello sa
che anche domani mi riavrà

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