“So che capirai, siamo grandi ormai”.
Di questo si tratta, di capirlo, perché Raudo non te lo possono spiegare. È un disco emocore, e quel suffisso fa storcere il naso forse, ma non ha nulla a che vedere con quello che intendete voi. Voglio dire, un pezzo come Difetto, se fosse cantato da un gruppetto qualsiasi, sarebbe una cosa per quattordicenni col ciuffo; così invece è bello, è caldo, è empatico, fa bene.
La chitarra è quella, i ritmi sono quelli, non stanno inventando niente di nuovo i Gazebo Penguins, anzi, balzellano su un genere che in Italia non ha mai avuto granché da dire. I testi, se presi da soli, non è che ti raccontino chissà che: smontare dossi a Correggio e cambiare nomi sui campanelli (non solo questo, ovviamente, si estrae per far capire ma c’è molto di più) non sono esperienze che ti cambiano la vita.
E invece forse sì, la base è proprio questa: tutte le esperienze ti cambiano la vita, questo è, loro se ne rendono conto, te lo dicono e non si vergognano di lamentarsi di cose per le quali molti gruppi sono tacciati di essere ragazzini lagnosi.
A parte il fatto che il loro lavoro lo sanno fare benissimo, dal suonato alla voce, passando per i cori, è davvero difficile spiegare perché i Gazebo Penguins non sono come tutti i gruppi emocore che potrebbero venire in mente, visto che spesso musica e testi non cadono molto lontano (a parte il furbetto e perdonabilissimo tentativo di renderli assimilabili e cantabili dalla maggior parte della gente possibile). Eppure è così, sono particolari, vivono in un mondo a sé, più adulto del genere di musica che fanno: non vogliono farti capire che tutti stanno male, ma solo che a loro andava di cantare così.
Ascoltare per credere, che sono carini e pensano alla musica e sono in free download sul sito ufficiale.
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