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Occhio Alla Spesa

OCCHIO ALLA SPESA #1 – Una panoramica sulle vendite discografiche

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Avere la possibilità di confrontare le classifica di vendita (digitali) di tutto il mondo può dare un idea più chiara sulle differenze musicali culturali tra un paese e l’altro, e spesso riserva qualche inaspettata scoperta.

Tralasciando i colossi musicali attuali come Paramore, Daft Punk, Depeche Mode, Pink Floyd, Mumford and Sons, Bruce Springsteen, comuni e presenti in ogni classifica, tra i nuovi nomi che compaiono spesso nelle prime posizioni spuntano il genietto dell’elettronica James Blake (Svezia, Norvegia, Germania, Spagna, Francia UK, e Italia e Usa) gli Imagine Dragons, (sempre altissimi in Svezia, Norvegia, Germania, Spagna, Francia UK, Italia, Usa, Canada e Danimarca) e i Fall Out Boy (US, Canada, Germania, Finlandia, Uk, Olanda, Norvegia, Svezia e, seppur molto timidamente, anche in Italia).
Totalmente ignorati nel Bel Paese invece, abbiamo fenomeni musicali enormi come i Volbeat (Usa, Canada, Germania, Danimarca, Finlandia, Olanda e Svezia) che troviamo spessissimo nelle posizioni più alte e con più album, e i The Knife (Usa, Canada, Danimarca, Francia, UK, Norvegia, Svezia e Finlandia).
Andando ora ad analizzare in dettaglio le classifiche di alcuni paesi si scoprono sorprese interessantissime.
Mentre nella classifica della Spagna, che si dimostra forse quella più simile alla nostra in quanto divisa abbastanza equamente tra blasonati e famosissimi nomi mondiali e solide realtà nazionali, tuona abbastanza prepotentemente il nome dell’Eros nazionale (sì, proprio lui il Ramazzotti de noartri), negli States abbiamo la solita accozzaglia a stelle e strisce di soul, hip hop, r&b, rock da classifica e modernità metal come Killswitch Engage e Bring Me The Horizon, entrambi presentissimi anche nelle classifiche dei vicini di casa Canadesi, i quali piazzano patriotticamente nelle prime 50 posizioni pure i City And Colour del buon Dallas Green degli Alexisonfire.
Tornando nel vecchio continente troviamo in Germania, oltre agli onnipresenti Volbeat e i redivivi HIM, anche la presenza di un fenomeno direi unico: gli audio-libri della serie “Die Drei???”.
Avete capito bene, i tedeschi ne comprano a bizzeffe di questi libi digitali con voce narrante, fantastici!
Da segnalare anche l’hard rock anni ’70 dei Kadavar, quello moderno e pomposo degli Avantasia e la presenza del nostrano Ludovico Einaudi (che austriaci e tedeschi trovino infatti interessante certa musica italiana è cosa risaputa).
Discorso a parte per le classifiche scandinave che risultano le più bizzarre ed interessanti; prima tra tutte quella della Norvegia che piazza tra le prime 100 posizioni (e nemmeno tanto in basso) Motorpsycho, Klevertak (!!!), la splendida Susanne Sundfør, e addirittura gli Shining (quelli appunto norvegesi).
Nomi come Ghost e First Aid Kit invece li troviamo altissimi anche nella succulenta classifica della Svezia insieme al metal dei “soliti” Amorphis e Amon Amarth, e allo sperimentalismo estremo dei Sällskapet (assolutamente da recuperare).
Tra le stranezze incuriosisce l’hip hop svedese della compilation Gokbot così come si scopre che e anche al freddo si fa reggae grazie al finlandese Juke Poika e si apprezza il meraviglioso folk rock dei Civil War.
Comun denominatore ai tre paesi scandinavi risulta la presenza di Megadeth, Sabaton, Clutch, Queen Of The Stone Age e soprattuto dei Kent, band alternative rock famosissima (solamente) da quelle parti.
Continuiamo, prima di passare al nostro paese, con le posizioni del Regno Unito.
La musica che passa sotto l’ombra della Union Jack è come sempre un misto di nazionalismo musicale inglese, che prende i nomi, in questo caso, di Ellie Goulding, Stone Roses, Johhny Marr (e gli Smiths in generale), Black Sabbath e tendenze alla moda, come l’elettronica del duo Disclosure, l’indie rock dei Vampire Weekend e quello più interessante dei Foals.
Parlando infine dell’ Italia la situazione risulta abbastanza triste (almeno dal nostro punto di vista).
Da sempre molto conservatrice, la nostra classifica risulta un blocco unico in cui Modà, Vasco Rossi, Negramaro, Biagio Antonacci, Ligabue, Gianna Nannini, Mario Biondi, Max Gazzè, Marco Mengoni e Jovanotti, si spartiscono le briciole di questa classifica, insieme ai classici e immortali De Andrè e Mina, Rino Gaetano o al rock di Megadeth e Black Sabbath (a noi i dinosauri evidentemente piacciono sempre).
Sopra a tutto questo, svetta una massa informe formata dai “talenti” più o meno validi di Amici e X-Factor (Noemi, Verdiana, Chiara, Greta, Emma, Moreno) e dalla schiera di decine di rapper (Fabri Fibra, Fedez, Clementino, Marracash, e gli ex “cattivi” Noyz Narcoz, Gue Pequeno, e Club Dogo) che ormai hanno invaso il mercato da un anno a questa parte.
E se le nuove leve sono rappresentate dai Baustelle un po’ di tirstezza sale.

Ultima curiosità è la presenza nelle posizioni altissime di Max Pezzali e delle desaparecide Paola e Chiara; viste le ultime dichiarazioni sul ritiro dalle scene di entrambi, si rinnova così la nostra capacita di trasformare la fine (in questo caso artistica) di un musicista in vendite di massa.
Chapeau!

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