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I Love My Label

I Love My Label #4: HELL YEAH RECORDINGS

Durante tutti questi anni abbiamo avuto modo di conoscere e confrontarci con moltissime etichette discografiche indipendenti, realtà più o meno piccole, ma con un cuore grande così, animate dal lavoro e dalla passione di persone che fanno della musica il loro primo amore. “I Love My Label“, che prende il titolo dalla bellissima canzone di Nick Lowe, vi accompagnerà ogni primo venerdì del mese alla scoperta di un’etichetta indipendente, di chi e cosa ci sia dietro: sacrifici, soddisfazioni, vittorie, sconfitte, persone splendide.

A cura di Azzurra Funari.

Questa volta abbiamo deciso di uscire un po’ fuori dai canoni sia geografici che musicali: abbiamo intervistato Marco Gallerani che ci ha raccontato il suo mondo e tutto ciò da cui è nata la Hell Yeah Recordings.

Marco, raccontaci un po’ la tua storia.
Marco Gallerani, classe 74, cresco a Casumaro in provincia di Ferrara al confine con Modena e Bologna, ai più conosciuto come il paese della Sagra della Lumaca.
I miei anni da teenager sono stati impegnati fra modesti risultati scolastici, tanto basket ed una miriade di ascolti, sono sempre stato una spugna di sonorità: dai Kiss ai Sangue Misto, dagli FPI Project ai NOFX, da Madonna alla Gabber, dagli Skiantos a DJ Shadow… niente motorino ma tanti dischi e cassette… quando mi chiedono se sono un avido collezionista mi piace rispondere che colleziono ricordi attraverso vinili. Nei primi 90 iniziai a frequentare il Link a Bologna e lì è nata la mia piccola carriera parallela come DJ/selezionatore di musica… nel 1996 ho la possibilità di iniziare a lavorare per un etichetta discografica indie bolognese Expanded Music nella quale sono rimasto per 12 anni.

La Hell Yeah Recordings nasce nel 2006: come?
La label nasce nel 2006. Al tempo lavoravo come a&r per mantra vibes, ero concentrato principalmente su House music e break beat (la sub label mantra breaks, nel 2007 vince il premio come miglior label al mondo ai breakspoll, gli awards del genere)…
Serviva una label per esplorare il repertorio techno ed electro che alcuni dei miei “ragazzi” stavano sviluppando.
La prima uscita fu “hermann der rammler” di Luca Baldini con un remix di radio slave… Seguirono uscite di Santos, Oliver Koletzki, Blatta & Inesha, Congorock, Umek, Pirate Robot Midget(progetto parallelo di e-the-hot), Florian Meindl… La distribuzione della label è affidata da sempre ad intergroove, sede Francoforte ed il formato di riferimento è sempre stato il vinile.
Nel 2008 in piena crisi discografica apro la mia attività P Playground ed Hell Yeah, che mi rimane come marchio e continua ad essere la piattaforma di riferimento.
Continuo principalmente a fare musica per DJ , mi rivolgo a loro, quelli ancora arrapati dalla scoperta del disco diverso da proporre prima degli altri, quelli che si prendono qualche rischio… sono pochi ma se arrivò a loro e li convinco con la qualità siamo a buon punto, ho la coscienza tranquilla e da lì in poi qualsiasi cosa viene sarà di guadagnato…

Musica elettronica con una buona dose di progressive e tanto altro: da cosa nasce la scelta di produrre questo tipo di sonorità?
Io non conosco la musica e non produco, l’obiettivo principale è quello di motivare l’artista a realizzare un disco il più timeless possibile, qualcosa che per musicalità, idea, sonorità, arrangiamenti possa essere apprezzato anche fra 30 anni… provare ad alzare questa asticella in ogni disco rende il tutto progressive, lo sò :)

Quanto ti è costato fare questo tipo di scelta?
Intendi economicamente? o psicologicamente?

A te la scelta…
Vorrei rimanere nella storia, lasciare un segno… e per farlo ci sono 2 strade, o entri (veramente) in classifica oppure lasci (veramente) ai posteri dischi di qualità.
Io sto praticando la seconda, penso che alle classifiche ci si arrivi non pensandoci o almeno questo è quanto è successo a me in passato…passione & pazienza.

Com’è nata questa collaborazione con Sfera Cubica?
Di Sfera Cubica iniziarono a parlarmene i Tempelhof, poi quasi per caso inizio a lavorare all’album dei Confusional Quartet e la band mi propone di lavorare con loro.
Dopo quest’esperienza molto positiva, Sfera Cubica si occupa dell’ufficio stampa italiano di Hell Yeah… questi ragazzi hanno, sicuramente, tanto pazienza (sicuramente con me)… fanno un lavoro difficile, hanno responsabilità perchè gruppi ed etichette ripongono tante speranze nell’ufficio stampa, la raccolta delle soddisfazioni dopo tanti sacrifici… anch’io ci casco matematicamente, ma purtroppo non tutti i progetti escono col buco…

Hai prodotto Oliver Koletzki, Umek, Luca Baldini, Radio Slave, Dyno, Blatta & Inesha, Florian Meindl, Crimea X, Santos, Alex Smoke, Lindstrom & Prins Thoms, Luke Abbott, E-The-hot, Bjorn Torske e Margot: cosa ti hanno lasciato queste produzioni?
Molti un rapporto di amicizia, altri giusto una ricca esperienza professionale specialmente se è roba da un disco e via.

Quali sono i progetti di prossima uscita?
La cronologia delle uscite della label è diventato come selezionare un eclettico esteso DJ set…
Si passa dalle cover Jazz del 3io al no-wave dei COnfusional Quartet, ora i Crimea X e Luminodisco.
Nelle prossime settimane usciranno il nuovo EP dei MArgot (Fank1 / Alt con un remix di Prins Thomas), un EP dei Tempelhof (City Airport EP,remix di Fabrizio Mammarella e Margot) che anticipa l’album che uscirà a fine settembre, un nuovo vinile per il Balearic Gabba SOundsystem ed il secondo singolo estratto da Crimea X – ANother, Haunted Love… expect the unexpected!

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=TMZjTp0Im4w[/youtube]

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