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7C – Red Spider

2013 - Alleca Label
jazz/free/core/noise

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Tracklist

1.Cage-onevole
2.Red Spider
3.H725
4.The Bag
5.Le six cent pour dar bouaza
6.Odoardis hand

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Tornano a farsi sentire i 7C, ex trio, ora quartetto, dedito alla manipolazione del rumore e alle scorribande selvagge nelle vastissime lande del free jazz. Due anni fa hanno costruito Discopatia, long playing articolato e di piacevole fattura che ha portato il gruppo ad esibirsi in vari locali e festival del centro Italia.

Passati due anni da Discopatia, il quartetto si è chiuso nuovamente in studio di registrazione ed ha dato vita a Red Spider: sei canzoni ipnotiche e con un ritmo sincopato che generano agitazioni spirituali e frenesie isteriche. Un rituale rumoroso dove il jazz fa da collante a questo mondo che viene disegnato con schizzi di vernice continua che si muovono ogni volta in direzioni diverse, fino ad uscire dal quadro, fino a creare qualcosa di unico. Cage-onevole apre Red Spider con zone di tensioni rumorose, bubblegum elettrici e un velo di oniricità, che rimandano a mondi lontani, misteriosi. Le “agitazioni” free usate come vocaboli astratti per un’avventura dal sapore di One Thousand and One Nights. Segue la title track Red Spider, che con la finale Odoardis hand, rappresentano i pezzi da novanta del disco, riuscendo a racchiudere in meno di dieci minuti le pazzie più sfrenate del movimento free, la violenza sonora del jazz-core e il ritmo movimentato e ballabile del jazz classico, rendendo i 7C dei jazz-man moderni e completi. Pillole sonore che non dovrebbero mai mancare nel catalogo musicale o nella libreria di nessuno di noi. H725 sposta le coordinate su strutture ambient-noise impostando una chiave di svolta inaspettata verso mondi sci-fi, fatti di grattacieli infiniti e mezzi che si muovono a velocità inimmaginabili. Se con H725 il ritmo si abbassa ulteriormente, con The Bag c’è l’altra faccia della medaglia, un jazz core violento e sudato, che sputa veleno nell’anima dell’ignaro ascoltatore e lo fa con stile e ritmo. Prima dei saluti finali è il turno di Le six cent pour dar bouaza, cinescape ideale per le storie dei bluesmen raccontante in bar persi tra le periferie e il fumo delle sigarette.

Red Spider, secondo album dei 7C, consolida ulteriormente la progettualità e la bravura di questi ragazzi che sono riusciti anche questa volta, a mischiare varie correnti del jazz unendole alle sperimentazioni più rumoristiche. Tutto ciò da vita a sei tracce che non sono solo un passatempo musicale bensì qualcosa che si lega irreparabilmente all’anima e lì ci rimane. La bellezza della tela del ragno, che anche se così fragile resiste magicamente al vento e alle intemperie.

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