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Lord Dying – Summon The Faithless

2013 - Relapse
doom/death/grind/metal

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Tracklist

1. In a frightful state of gnawed dismemberment
2. Summoning the faithless
3. Greed is for your horse
4. Descent into external
5. Dreams of mercy
6. Perverse osmosis
7. Water under a burning bridge
8. What is not...is

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Mirabolante debutto dei Lord Dying. La band di Portland porta a casa un “uno secco” da tre punti che può arrivare a decidere un’intera stagione, tanto per usare il semplicistico gergo calcistico.

Con i Lord Dying ci troviamo ad un bivio dai quattro sbocchi: forte carattere death-metal, varie influenze southern (i Down su tutti), liriche al limite del grind e un chiaro hype da doom-metal. La Relapse Records indovina in pieno la riuscita finale del prodotto e permette al quartetto americano, formato dal chitarrista e cantante Erik Olson, dal bassista Don Capuano, dal batterista John Reid e dal chitarrista solista Chris Evans, di esporsi, in maniera impeccabile, in un ambiente molto difficile come quello dell’extreme-metal. Nati nel 2010, dalle ceneri di diversi gruppi dalle più disparate influenze, come i Black Elk, i Portals e i Cremain, i Lord Dying iniziano la loro avventura a folle velocità, soprattutto per quel che riguarda la carriera on stage della band, condividendo il palco con gruppi come Unsane e Red Fang. Ma sarà soprattutto il sostegno dato ad alcuni gig del Down a fornire un’impronta decisiva al sound del gruppo, un tributo riconoscibile in ogni singolo brano di questo Summon the faithless che trova il suo inequivocabile segno di riconoscimento nella voce di Olson, epigono dalle caratteristiche vocali di “anselmiane” memorie. Il set è compreso di otto brani dalle linee piuttosto omogenee che non risultano, tuttavia, mai noiosi e che godono della buona vena della sezione ritmica, evidente soprattutto nelle pestate di Reid (sostenute da un missaggio sublime). Difficile fare un “sommario” delle tracce più godibili (per gusto personale tenderei a non escluderne neanche una), ma volendo decidere su quali degli otto brani si può azzardare un repeat selvaggio, punterei sul grande lavoro fatto con Dream of mercy, la pura attitudine doom di Value of pity ed il violentissimo assolo di Greed is for your horse, brano nel quale non si può non apprezzare in pieno la potente voce di Olson, al limite del growl ma senza mai cadere nel ridicolo, come spesso accade ai colleghi di genere. 

Summon the faithless è un prodotto di ottimo metal come (ahimè) non capitava di ascoltarne da anni e promette di segnare in maniera decisiva le classifiche di genere di questo 2013. Giusto il tempo di un primo ascolto e vi ritroverete inevitabilmente coinvolti dalla potenza e dalla precisione dei Lord Dying.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lflaWsP3dyk[/youtube]

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