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Lustmord – The World As Power

2013 - Blackest Ever Black
dark/ambient

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Tracklist

Babel 1.Goetia
2.Chorazin
3.Grigori
4.Andras Sodom
5.Abaddon
6.Y Gair

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C’era attesa per questo nuovo lavoro di Brian Williams, fondatore, mente e deus ex machina di uno dei progetti musicali più importanti e misteriosi che il panorama musicale abbia mai incontrato: Lustmord.

Sebbene spesso impegnatissimo su altri fronti (tra cui quello di compositore per numerose colonne sonore Hollywoodiane), Williams ha trovato il tempo e l’ispirazione, con questo “The World As Power” uscito per la giovane ma promettentissima Blackest Ever Black, per dare nuova vita a quel suono dark-ambient che lui stesso ha contribuito a creare.
Dopo averci lasciato cinque anni fa alle prese con l’ottimo mix di droni neri e chitarre elettriche di “[ OTHER ]”,il nuovo lavoro ha come elemento base la voce.
Tutti i brani infatti sono stati plasmati attorno a performance vocali curate, anche questa volta, da ospiti esterni, debitamente modificate e lavorate per entrare alla perfezione nel Lustmord-sound.
Il trittico iniziale “Babel”“Goetia”“Chorazin” si snoda lentamente attraverso canti sacrali (e in parte tradizionali) sorretti da drone profondissimi e catacombali, i quali si incastrano perfettamente nei vuoi lasciati dalla voce della bravissima cantante norvegese Aina Skinnes Olsen.
Sugli stessi lidi sonori troviamo la cupa “Grigori”, caratterizzata dai profondi e lunghi mantra vocali a cura del guru del Khöömei (una particolare tecnica di throat-singing) Enrique Ugalde, che ipnotizza l’ascoltatore per tutti i quasi quindici minuti di durata caratterizzati da lenti ma efficaci cambi umorali.
Ancora più spettrale e sinistra risulta la voce di Jarboe in “Andras Sodom”, sorretta da una serie di dettagli sonori e frequenze costruiti magistralmente.
Con “Abbadon” arriviamo al brano migliore di questo “The World As Power”, in cui la performance di Maynard James Keenan (Tool) viene lavorata e processata fino a rendere questi quasi tredici minuti un vero e proprio viaggio infernale dal sapore sacrale (e sacrilego).
Un episodio questo, molto vicino alle atmosfere del Lustmord di “The Monstrous Soul”.
La voce eterea di Aina Skinnes Olsen, nuovamente protagonista in “Y Gair”, mette il sigillo finale a questo disco.

Sempre attento a non cadere mai nello scontato, un doveroso plauso lo si deve a Brian Williams che in ogni uscita a nome Lustmord porta avanti l’evoluzione di un suono, che dopo aver descritto gli ambienti più remoti della terra (“Heresy”), le paure più arcane e profonde (“The Monstrous Soul”), le profondità del cosmo (“The Place Where The Back Stars Hang”) e le oscurità delle mente (“Zoetrope”) ha nell’essenza del suono primordiale dell’uomo le sue fondamenta principali.
Molto più che semplice Musica.

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