I Travis sono un gruppo inglese conosciuti in Italia per le loro Hit: Sing e Closer.
Due brani che gli amanti del pop conoscono perfettamente e continuano a canticchiare e sentire ovunque.
Sing è stata la canzone con cui la band dello scanzonato Fran Healy si è presentata al grande pubblico, ottenendo fama e gettando le fondamenta del pop britannico degli anni zero.
Tanti sono stati gli estimatori di questa band e tanti si sono ispirati a questo stile un po’ dolce, un po’ benestante e un po’ ingenuo. I più citati e ovvi sono per l’appunto: Coldplay, Keane, Snow Patrol.
Dopo Sing e Closer, i Travis hanno pubblicato una serie di album sulla stessa scia dei predecessori, senza mai lasciare il segno. Il settimo capito si chiama Where You Stand, ottavo se si conta l’antologia The Singles.
Questo disco, sinceramente, non è nulla di che.
Motivetti orecchiabili, ma già sentiti. Le chitarre rimangono quelle degli esordi, quasi come se si volesse continuare a restare quelli di una volta.
Proprio questo concetto del panorama Travis-iano lascia affascinati: in un’industria musicale dove, il più delle volte, si cerca forzatamente di premiare l’originalità e di trovare un elemento, a volte lugubre, che colpisca l’ascoltatore, si trova celata la band di Glasgow, la quale si fa spazio e si oppone a questo sistema, suonando nella stessa maniera di 16 anni fa.
Non a caso, il disco scivola via facilmente, senza colpire, infatti stiamo parlando di un disco dei Travis.
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