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Islands – Ski Mask

2013 - Manqué Music
art-rock/indie

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Tracklist

1. Wave forms
3. Becoming the gunship
4. Nil
5. Sad middle
6. Hushed tones
7. Here here
8. Shotgun vision
9. Of corpse
10. We'll do it so you don't have to
11. Winged beat drums

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Ski Mask è un disco di una semplicità davvero disarmante. Quando ti appresti all’ascolto della ouverture, Wave forms, capisci immediatamente che quello dei canadesi Islands è un indie semplice, una vecchia e collaudata formula che non azzarda mai oltre i limiti. Come se Brian Wilson, al momento di registrare Pet Sounds, proprio alla soglia della sala di registrazione, si fosse bloccato un paio di minuti a rimettere in discussione quello che stava per fare. Sarebbe uscito un Pet Sounds completamente diverso, senza azzardi e rischiose ed incomprensibili intelaiature.

Ecco, gli Islands hanno fatto con questo Ski Mask quello che Wilson, per fortuna, non fece con Pet Sounds. Non voglio certo dire che Ski Mask sia un Pet Sounds mancato, per carità! E’ solo che un gruppo che tenta la fusione tra indie e art-rock dovrebbe, quantomeno, tentare l’azzardo, provare a superare il limite del davanzale per guardare cosa c’è oltre la finestra. Il brano Becoming the gunship è così incredibilmente simile a Wave forms che ti viene quasi voglia di spegnere tutto e tornare a sentire altro, magari proprio Pet Sounds. La formula dell’art-rock è forse quanto di più infelice un gruppo indie possa provare negli anni ’10, sia perché non è stata ben recepita da nessun artista sul panorama attuale della musica rock, sia perché, nonostante il nome, ha strutture creative piuttosto limitate. Il minestrone è, dunque, la premessa di ogni artista indie che tenta di riciclarsi all’infinito senza apparente fatica. Di “grandi chef” dell’indie come gli Islands ne abbiamo avuti un numero infinito in questi ultimi anni e mi vengono in mente i nomi dei Babyshambles, gli Arctic Monkeys o i Kill the young, ma, parlando in maniera schietta, nessuno di questi è andato oltre il terzo disco. Non possono certo fare eccezione le marcettine da cabaret degli Islands come Death drive e Nil, che fanno davvero bene alla vocalità di Thorburn, tonica e squillante, ma che non regalano nulla più, se non un certo quantitativo di noia. Non è una bocciatura netta, Ski Mask ha in sé tutto l’apporto incredibilmente qualitativo di una eccellente sezione ritmica che non sbaglia un attacco, soprattutto nelle strutture del basso di Evan Gordon che garantisce un supporto fondamentale nel vitalizzare un brano come Shotgun vision, e che, in generale, si rende ben riconoscibile in ogni singola composizione dell’Lp, ma siamo ai dettagli di una composizione che deve attraversare la bellezza di undici brani, e questo non può certo far raggiungere la sufficienza al prodotto nel suo complesso.

Ski Mask ha in sè i caratteri fondamentali dell’indie e ripercorre la strada da lontano, quando tutto questo era puro art-rock, ma nel procedere lungo la strada, gli Islands, devono aver perso l’intera pagnotta da qualche parte, nelle loro tasche è rimasta solo qualche briciola.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=UuyZgazGtSQ[/youtube]

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