“Preso nel Vortice” in realtà prende nel vortice un po’ meno rispetto ad altri dischi del passato dei Diaframma. Cercherò di parlare con il cuore in mano (come faccio sempre quando si tratta di questi toscani qua).
Disco nel complesso buono, migliore del precedente “Niente di Serio” dell’anno scorso. Non eccellente, sicuramente i Diaframma verranno ricordati per altri loro lavori e non per questo nello specifico, ma comunque un buon lavoro. Non è il mio amato “Siberia”, d’altronde “Siberia” è già stato fatto ed è ora di andare avanti.
Il post-punk tipico del gruppo si è smorzato con il passare degli anni, ma l’eco rimasta non è da sottovalutare. I testi di Federico Fiumani hanno mantenuto una certa magia, quella capacità di evocare immagini crude e attuali con parole molto semplici e sempre tese in un limbo tra pessimismo cosmico e una piccola luce di speranza. Non si è persa quest’attitudine decadente, sia per quanto riguarda il suono e sia per quanto riguarda il testo. C’è sempre una certa poesia, una certa denuncia e, soprattutto, la voglia di contrastare la solita canzone italiana sanremese tutta “l’amore è una cosa meravigliosa”. Per i Diaframma invece “L’Amore è un Ospedale”. I soliti suoni rozzi che sanno di ruggine, il solito sapore dolceamaro della vita.
I Diaframma vogliono ancora comunicare qualcosa in quel modo particolare, raccontando scenari quotidiani con sonorità sporche e parole spontanee. Il metodo più efficace se si vuole parlare di certe questioni. Tutto autentico, tutto molto sincero. E diretto. Rivolto a chi certe situazioni le vive.
“Preso nel Vortice” è un buon disco. Non pienamente trascinante, ma reale e onesto. E l’amore è davvero un ospedale.
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