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Was – A New Place Soon Old

2013 - Deambula
pop/lo-fi

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Tracklist

1. In the spring
2. Fallen star
3. Under a full moon
4. Cold song
5. Alpaca
6. Pavese
7. Plastic man
8. In a cloud
9. Sleeping bats

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Sotto lo pseudonimo Was si nasconde il nostro Andrea Cerchi che, con questa denominazione, vuole sottolineare in maniera chiara la sua predisposizione nel guardare indietro nel tempo per celebrare le tradizioni di un passato che ha i lineamenti del folk, del rock e del pop interpretato e cantautoriale di ispirazione anglosassone.

E’ piacevole ascoltare i nove brani che compongono A new place soon old perché in essi non si può non apprezzare l’elevata qualità delle registrazioni e le scelte piuttosto felici di Cerchi nell’interpretare un genere complicato senza rendersi ripetitivi o noiosi. A new place soon old spiega già da titolo quello che si nasconde tra le tracce che compongono il disco; un panorama fatto per essere apprezzato per la sua composizione inedita e senza “plagi” di sorta, che immediatamente diventa vetusto e ripercorre mille sentieri che abbiamo già visto e vissuto ma che non conducono ad un noioso epilogo e non soffrono di alcuna ridondanza. Nonostante tutto questo, non mi vengono in mente accostamenti piuttosto ovvi come possono essere quelli dei grandi interpreti del folk della tradizione del dopoguerra, piuttosto penso ai primi lavori di Jonathan Wilson che così bene si accostano alla delicatezza delle linee liriche di questo A new place soon old, mi vengono in mente le salve di pianoforte che introducevano i delicati flussi di Gentle spirit, questa volta lavorati in maniera magnifica dalla sezione ritmica e dall’acustica di Cerchi, nel brano d’apertura di questo A new place soon old, In the spring. Sarebbe, tuttavia, limitativo e pretenzioso da parte mia il voler dare un indirizzo preciso alle nove composizioni di questo lavoro ed è per questo che diventa d’obbligo l’ascolto approfondito di un episodio fondamentale come Under e full moon, il peana del solitario notturno che scioglie le membra sotto il luminoso pallore del satellite naturale, aiutandoci così a comprendere il filo ben stretto che avvolge il cantautore con i più azzeccati quadri naturali, fonti eterne di ispirazione per chi ama circondarsi solo di una chitarra acustica senza forzare troppo il background, un sapiente ed immaginifico “trucchetto scenico” che, con grande suggestione, si ripete in Cold song, non negando un piccolo tributo in background, alle ampie arie di fisarmonica e mandolino. Ovviamente il focus dell’attenzione va a piantarsi dritto sulle acustiche che accompagnano il sussurro di Cerchi, che però non nega contrappunti pop, piccoli balzelli ritmici che impreziosiscono i componimenti della sognante Alpaca e della riflessiva Fallen star, una “ninna-nanna” dall’elevata varietà di suoni e ritmiche.

Con A new place soon old ci troviamo a metà strada tra decenni di vissute stagioni del folk e del pop e un’arrembante curiosità verso le nuove generazioni di ottimi compositori, parolieri e musicisti che tanto hanno preso dal passato e che altrettanto stanno restituendo al nostro presente. Difficile prescindere da questa “vecchia novità”.

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