Dai Calibro 35 si sa sempre cosa aspettarsi, ma non si è mai pronti. I Calibro 35 riescono a mettere in fila dodici pezzi simili e farli risultare diversi, riescono a fare un album in cui già un solo pezzo è la sintesi del tutto, ma non sai mai quale.
I Calibro 35 però, con Traditori di Tutti, addomesticano tutte queste caratteristiche: è tutto diverso ma le sorprese sono più quiete, i cambi meno decisi, le virate più pronosticabili. Dire che ci si annoia equivarrebbe a mentire, ma rispetto al passato sembra si sia un po’ accantonato il tentativo di lasciare nell’ascoltatore quel senso costante di spaesamento al quale ormai ci si stava abituando.
Chiarito questo, ci troviamo davanti ad una dozzina di pezzi di qualità impagabile. Giulia Mon Amour è passare sulla macchina giusta, nel quartiere giusto, al momento giusto mentre l’autoradio manda quel pezzo che mai come ora s’è rivelato perfetto. Mescaline 6 è come deve essere provarla per la prima volta con un amico esperto, guida lui e tu dietro a seguire un percorse del quale ignori le curve. The Butcher’s Bride è talmente semplice nel concetto che la voce di Serena Altavilla provoca delle visioni da tenere parecchio a freno. Two Pills in the Pocket è un western moderno, ambientato nelle desolate lande che si trovano quando si ritira la notte, prima che la mattina cominci. Annoying Repetition chiude con un ritmo che entra nella testa per sempre, sarà difficile trovare qualcosa di così cupo e così vivo per molto tempo.
A primo impatto ci si aspettava forse di più, ma solo perché intrinsecamente si punta sempre ad una miglioria del passato: il livello è invece rimasto tale, tenuto conto che qui si parla dei posti più alti che la musica italiana riserva a sé stessa, dei primi gradini di una vetta che a moltissimi altri rimane inviolabilmente lontana.
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