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The Ex + Brass Unbound – Enormous Door

2013 - The Ex Records
jazz/core

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Tracklist

1. Last Famous Words
2. Every Sixth Is Cracked
3. Belomi Benna
4. Red Cow
5. Our Leaky Homes
6. Bycicle Illusion
7. We Are Made Of Places
8. Theme From Konono no. 2

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Dopo trent’anni di musica de-genere nell’accezione che avrebbe fatto arricciare il baffo a Zappa, i The Ex non cessano di guardare a mamma Africa con gli occhi lucidi.

Etiopia, tanto per mettere una puntina sulla cartina. Paesi Bassi, tanto per avere le coordinate di partenza. Questo vuol dire Vecchia Europa e Continente Nero, un ménage che dai Clash in poi ha aperto porte nuove, enormi, dalle quali escono tutt’ora lavori come questo “Enormous door”, ennesimo tassello “freak” incasellato nell’ormai titanica produzione dell’ensamble olandese. Anarcoidi ed onnivori per vocazione, introiettati gli idiomi post-punk con approccio laterale di Wire e Pere Ubu e il dada sguaiato della nowave, i The Ex hanno bypassato la paranoia nichilista in favore d’uno sguardo d’insieme sulla world music. Ne deriva una visione ed un approccio più “corale” alla materia musicale, di stampo jazzistico, elevato al cubo in questo “Enormous door”. Alla serratissima sezione ritmica addizionate un’imponente sezione fiati composta dal “giro giusto” del free jazz mondiale: Gustafsson e Vandermark al sax, Wierbios al trombone e direttamente da(i) Corleone il nostro Roy Paci alla tromba. Praticamente una fanfara guidata dallo spirito di Ornette Coleman, capace di fondere – in uno squat di Amsterdam come al Teatro Regio – l’approccio cameristico alla Savana degli Heliocentric e la psichedelia afro-funk dei più recenti Goat, le mucche pazze dei NoMeansNo e la dinamite fripp-iana dei Jaga Jazzist.

Mulatu Astatke is a punk rocker? Astenersi hipster terzomondisti.

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