Se vi piace il piombo di cui erano fatti i Melvins di prima. Se vi piace che Dale Crover sia passato al basso e alla batteria sia tornato il pezzo originale Mike Dillard. Se vi hanno fatto girare i coglioni i Melvins Lite (anche se quel contrabassone di Trevor Dunn….) o gli ultimi impegolamenti rockarolla a doppia batteria. Se eravate troppo giovini per ficcare nel lettore il ciddì “Houdini” (che comunque qui non troverete, mi spiace deludervi bimbi). Se lo sludge lo sbattete sul pane e quindi “Dr.Mule”, “City Dump” e “American Cow” ve le mangerete a colazione, a pranzo e a cena. Se il lato stortone e coglionastramente violento del Re Buzzo e dei suoi lerci soci vi ha sempre fatto venire erezioncine simpatiche o bagnamenti adolescenziali e ascoltando i quasi nove minuti di “Dogs And Cattle Prods”, in cui la bastarderia rockarolla ha il suo senso di esistenza mano nella mano con una sbordata che i Tool, o i Vista Chino (ahah) ciao proprio, vi verranno di nuovo pruriti da tempo abbandonati. Se pensavate che si fossero dimenticati di ciò che fu per loro Lustmord e non ci avete creduto quando vi avevano detto che sono pazzi allora ricredetevi con “I Told You I Was Crazy” (e che bella l’ubriachezza industrial dai). E se vi sentite punk dal 1983? Facilissimo: “Walter’s Lips” e “Stick ’em Up Bitch” saranno amiche vostre.
Se tutto questo non vi puzza di vecchio ma vi fa godere l’odore dello zolfo che torna (torna a casa Melvins), beh, “Tres Cabrones” lo dovete proprio comprare.
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