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Manthra Dei – Manthra Dei

2013 - Nasoni Rec/Acid Cosmonaut
stoner/psych

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Tracklist

1. Stone Face
2. Xolotl
3. Legendary Lamb
4. Urjammer
5. Blue Phantom
6. Stone Face (acoustic reprise)

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Stoner psichedelico pesante con forti digressioni progressive: la musica dei Manthra Dei si potrebbe tradurre più o meno così.

I viaggi allucinati ad occhi aperti, le atmosfere spaziali e le dimensioni parallele sembrano andare alla grande in Italia ultimamente. I Manthra Dei sono un ottimo esempio di questo fenomeno. Una buona dose di follia che sta dilagando da nord a sud e da sud a nord.
“Manthra Dei” è un altro racconto di fantascienza. Il prologo è “Stone Face”, l’incontro perfetto di dieci minuti tra Tool e Pink Floyd in un crescendo sempre più forte di energia allo stato puro. Si continua con un primo capitolo esplosivo ed elettrico in cui non manca davvero nulla “Xolotl”, che rimanda agli anni settanta e che non vi farà stare fermi seduti buoni buoni sulla sedia. Il progressive cattivo mischiato all’attitudine stoner continua con “Legendary Lamb”, tra l’altro l’unico brano dell’album in cui sentirete una voce. Un inizio martellante, turbolento, decisamente heavy psych, che prende una pausa con “Urjammer”. Il suono di un organo continuo e disturbante, che non rilassa affatto e che vi farà stare sulle spine in attesa del momento clou della storia. Suspence e malessere fisico. E un leggero mal di testa dopo un po’. L’azione riprende con “Blue Phantom” in cui “Echoes” dei Pink Floyd sembra andare a braccetto con i Goblin. Un brano space psych (a volte persino vagamente orientaleggiante) dall’inizio sognante e mano a mano sempre più concreto. Diciassette minuti di alienazione completa in cui vi dimenticherete anche chi siete e cosa state facendo. L’epilogo è una versione acustica di “Stone Face” più breve dell’originale, che non stona affatto con il resto movimentato dell’album: un finale semplicissimo e tranquillo per un album agitato.

È uno di quegli album da ascoltare ad alto volume. Tanto piacerà anche ai vostri vicini.

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