Inizio anno, tempo di bilanci e di strenne natalizie. “Big Wheel And Others”, ultima uscita di Cass McCombs, è necessariamente entrambe le cose. Il giovane cantautore statunitense, classe 1977, ha infatti raccolto una ventina di brani, condensando in due cd le varie anime della sua eterogenea espressività.
Autore ultimamente assai prolifico, McCombs taglia in scioltezza il traguardo del settimo lavoro sulla lunga distanza, presentando un’invidiabile sicurezza sia nei fragili frangenti chamber-folk à la Elliott Smith (Angel Blood), sia nelle atmosfere più veracemente country-rock (Joe Murder).
C’è ovviamente molta America e molta della sua complessa e complicata umanità, in questi brani, tanto apparentemente semplici e ortodossi quanto in realtà ponderati e difformemente ispirati. Generalmente umbratile e meditabondo, il sound di Cass McCombs è infatti diretta espressione della sua vita perennemente on the road, dimensione nella quale si ha sempre un diretto contatto con il mutamento e la transitorietà delle cose (Name Written In Water), fuori e dentro di sé.
Il risultato è un lotto di canzoni qualitativamente molto pregevoli, con parecchi motivi d’interesse, come ad esempio il notevole duetto con Karen Black (Brighter!), oppure There Can Be Only One e Honesty Is No Excuse, ma anche qualche inevitabile filler, che rendono il bilancio finale di “Big Wheel And Others” un poco meno entusiasta di quanto avrebbe potuto essere con un ulteriore lavoro di sintesi e selezione del materiale.
Ma giustamente lo stile di è anche questo, sincero, diretto, senza auto-censure o aprioristici aut-aut, ed è proprio per questo che ci piace.
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