Mai titolo fu più azzeccato. La band lombarda si ripresenta infatti con questo nuovo lavoro caratterizzato da odori e sapori di base rock vecchio stampo – opportunamente aggiornato alle nuove release e tendenze -, tutto ardore, sudore, cambi di ritmo e dove la pancia, l’istinto e il tiro giocano un ruolo chiave.
“Ventre” pare appunto pensato e costruito per i concerti ed il contatto fisico con il pubblico piuttosto che per una platea digitale e virtuale. E così questa scelta, se vogliamo “estrema”, da un lato non può che pagare in termini di impatto ed immediatezza, dall’altro finisce però con il penalizzare un tantino l’album a causa dei troppi rimandi al background Yokoano e soprattutto di una vera e propria ossessione melodica che trascina tutte le 15 tracce sempre e comunque verso il ritornello tipo palazzetto, urlato e da urlare a squarciagola.
“Ventre” è ad ogni modo un buon lavoro, curato e rifinito in ogni suo particolare, ma che come arriva rapidamente all’orecchio altrettanto velocemente ne esce di scena e che dunque non incide in profondità.
Ergo, se avete voglia di riempirvi i timpani di rock ormonale, veloce e grintoso gli Yokoano fanno assolutamente per voi. Se invece cercate qualcosa di nuovo, sperimentatale o post – quel cazzo che vi pare, guardate decisamente altrove, anche se un ascolto alla band comasca mi sento di consigliarlo.
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