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Interviste

Intervista ai CRIPPLE BASTARDS

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I Cripple Bastards sono tornati alla grande con il nuovo album “Nero In Metastasi” (clicca qui per la nostra recensione), in uscita a metà febbraio sull’etichetta americana Relapse Records. Quale migliore occasione per scambiare quattro chiacchiere con la band che incarna al meglio il grind made in Italy?

Partiamo subito a bruciapelo: cos’è il nero in metastasi? Il concetto della malattia lo avevate già incarnato spesso in passato, mi vien da pensare anche alla vostra collaborazione nel disco “Ministero dell’Inferno” nel brano “Regresso Tumorale”, ma mai come ora è presente in tutta l’ossatura del disco.
“Nero in metastasi” a che fare con l’espansione da punto di non ritorno di apatia, indifferenza, mancanza di fantasia e stimoli, disfacimento dei rapporti sociali.. Essendo i testi dei CB molto ancorati ad esperienze vissute in prima persona e al nostro occhio sulla realtà di tutti i giorni, per questo album è venuta spontanea la necessità di enfatizzare con una ripetitività quasi ossessiva il parallelo tra persone che transitano senza sentire la vita e il progredire di un tumore nelle sue varie fasi di irradiamento e appunto metastasi.

Musicalmente parlando sento un certo tipo di apertura verso altre modalità di violenza, soprattutto in “Occhi Trapiantati” dove sono presenti un certo tipo di storture. Lidi da ampliare o semplici fughe estemporanee?
Come ho spiegato nella domanda precedente, i CB parlano di vita di tutti i giorni. “Occhi trapiantati” è una nostra visione cinica sulla psicologia della prostituzione e il rapporto tra puttane e clienti cercando di ritrarlo sotto varie angolazioni. Sul disco è probabilmente il mio testo preferito, quindi non una fuga estemporanea.

Anche vocalmente trovo che alcune parti siano più intelliggibili che in passato.
Ho dedicato moltissimo tempo alla preparazione della linea vocale, attraverso vari demo di prova che sono stati analizzati e discussi con il resto della band.. La registrazione finale delle voci è avvenuta in totale solitudine al Toxic Basement Studio con la predisposizione e la concentrazione perfetta per arrivare a quel che avevo in mente. Sì in alcune parti ho cercato di rendere il cantato più decifrabile all’ascolto.

Come sono cambiati i Cripple Bastards da “Variante Alla Morte” ad oggi?
Nell’arco del tempo passato abbiamo dissezionato “Variante alla morte” (grazie anche al fatto che abbiamo suonato la maggior parte dei brani dal vivo per anni) e abbiamo identificato quelli che potevano essere i punti deboli da perfezionare su un album successivo. Con l’esperienza del disco di cover HC (“Frammenti di vita”) siamo tornati ad una accordatura meno ribassata rispetto a “Variante..” e abbiamo passato molto tempo a concentrarci sul lavoro di chitarra/basso e sul far sì che le ritmiche uscissero ancora più serrate e veloci. Insomma c’è stato un buon progresso tecnico, l’introduzione del secondo chitarrista Wild Vitto che ci ha aiutato molto sull’arrangiamento dei riff, e la batteria decisamente più precisa e veloce.

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Ancora una volta i testi sono tutti in italiano, perché questa scelta? Nonostante siano molto diretti trovo interessante l’uso di parole ricercate.
I testi sono in Italiano semplicemente perché mi viene più spontaneo scriverli così, è appunto più diretto, più vicino alla realtà che vogliamo ritrarre, senza filtri né vincoli. Questo tipo di testi e terminologie calzano alla perfezione sia con quello che è sempre stato l’immaginario dei CB che con quello che viviamo e respiriamo quotidianamente.

Cosa vi ispira maggiormente così tanto odio? Sembra una vena inesauribile per voi.
La vita di tutti i giorni, i rapporti sociali, il semplice fatto di avere contatti con altre persone. Per citare una frase di questo nuovo album “Fuori dalle mura di casa si accende il mio scenario di guerra”.

Com’è avvenuto il contatto con la Relapse Records?
Ci conosciamo da tanto tempo, già negli anni Novanta era stata vagliata l’idea di realizzare qualcosa con noi ma poi al “ballottaggio grind” l’avevano spuntata i nostri amici Regurgitate. La comunicazione è comunque andata avanti negli anni e nel 2006 ci hanno proposto di fare uno split 7” con i francesi Sublime Cadaveric Decomposition. In seguito hanno avuto alcuni cambi di personale e tra loro ha iniziato a lavorare una persona che ci aveva seguito in uno dei vari tour nell’East Coast, da lì si è creato il gancio vero e proprio che ci ha portati al contratto per realizzare il singolo “Senza impronte” e questo nuovo album.

Forse un certo grado di repressione culturale e politica ci sta portando ad una reazione, quantomeno dal punto di vista musicale. Come vedete la scena underground che ribolle in Italia?
Non saprei, sono pochi i gruppi Italiani nell’odierna scena underground che stimolano in qualche modo la mia attenzione. Di visti dal vivo o ascoltati recentemente consiglio ED, Concrete Block, Game Over, Carlos Dunga, Misantropus.. E poi a livelli più rodati posso dire che band nostrane come Doomraiser, The Secret, Forgotten Tomb, i riformati Bulldozer non hanno nulla da invidiare a colossi stranieri del loro genere.

Ho visto le date del vostro tour e vi chiedo: qual è il posto, il Paese, in cui avete più curiosità di suonare?
Forse proprio il Giappone, dove finalmente andremo tra poche settimane.

Nel 2014 ha ancora senso suonare grind a questo grado di furia?
Evidentemente se siamo qui con questo album, direi di sì.

E ora la domanda finale: cos’è l’attitudine per i Cripple Bastards?
Semplicemente esprimersi nel modo in cui uno ritiene più spontaneo e idoneo alla propria personalità, slegato da compromessi, standard, mode e condizionamenti esterni.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=bYj8sPgDSnQ[/youtube]

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