Accostamento cromatico perfetto per questo secondo lavoro della band milanese, dove ad una vividezza compositiva davvero notevole rappresentata ovviamente dall’arancione viene contrapposta una congiuntura (generale e/o personale) non troppo felice e dalle tinte obviously fosche.
Il risultato di questo yin e yang sono 11 tracce dall’andamento schizofrenico, piene zeppe di rimandi italici ed esterofili – trattati però con perizia tecnica e personalità – e con sonorità che si muovono all’interno di uno spettro clamorosamente ampio.
Si parte così con “Anni ‘70” e il suo groove bello massiccio spezzato da chitarroni (led) zeppeliani e con una chiusura vocale in stile Jim Kerr (Simple Minds), si prosegue con “Deserti” a metà strada tra Senzabenza e Primal Screm, “Animale” dove vengono sovrapposti Oasis e Black Rebel Motorcycle Club e “RNR” con il suo rock ‘n’ roll aggressivo e zarro (cit.). E c’è pure spazio per la cover di “Slave to love” (Bryan Ferry – 1985), riuscita e gradevole nonostante quel suo apparire per la verità un po’ fuori luogo all’interno di un contesto organico, fatto & finito e che probabilmente non necessitava di questo bonus.
Non aspettatevi dunque chissà quali mirabilie e/o sperimentazioni. “Nero” è semplicemente un dischetto che gira benone dall’inizio alla fine, grazie a quel suo dipanarsi schizzato e non lineare ma sempre ben focalizzato e che anche dopo svariati ascolti rende davvero arduo etichettare i milanesi in maniera univoca e certa.
In estrema sintesi, bel dischetto.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2PMuKJGrYbk[/youtube]