La sveglia ideale, quella che deve motivarti a cominciare la giornata e ad avere a che fare con il mondo ancora una volta: questo disco potrebbe essere descritto così. Gli Skindred sono tornati con la loro solita energia e con la loro capacità di dare un ordine logico ad un vero e proprio caos musicale, quel caos musicale che li contraddistingue da sempre.
“Kill The Power” è disordine, ma un disordine calcolato come ogni disco degli Skindred. Un mix perfetto di reggae, punk rock, metal e hip hop. Bob Marley che prende una birra insieme a Jon King e a Stephen Carpenter in quel di Newport. Si passa da momenti di rabbia intensa, pesante e distorta come la title track a momenti che, se pur martellanti, sono più rilassati come “We Live”. Abbiamo vere e proprie insurrezioni come “Worlds on Fire” e tripudi di allegria come “Dollars and Dimes”. Un disco fatto con il fuoco che termina con “More Fire”, una pioggia delicata che spenge tutto nonostante il titolo. Nel complesso, un lavoro ben riuscito che sa quando premere sull’accelleratore e quando darsi una calmata. Il gruppo gallese ha dimostrato ancora una volta di saper fondere insieme generi completamente diversi tra di loro, ricavando un genere a sé, costruendo una propria personalità. “Kill The Power” è un disco potente, una molotov fatta di musica. Colpisce e va dritto al punto, senza perdersi troppo in giri di parole. Ciliegina sulla torta come sempre, la voce galattica di Benji Webbe.
Non c’è niente di meglio degli Skindred per affrontare al meglio la giornata. Anche quella più nera.
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