Impatto Sonoro
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Reportage: AFTERHOURS – Demodè, Bari, 29 marzo 2014

Gli Afterhours salgono sul palco con il sottofondo delle urla del pubblico del Demodè di Bari.
Di buio ce n’è tanto…ma tu “Hai paura del buio?”
Noi no, il silenzio è rotto dal sold out del locale . Parte 1.9.9.6. e si percepisce nitidamente che siamo all’inizio di un grande spettacolo.
Il buio è svanito, al suo posto le luci del Demodè e il sudore della gente che si dimena e canta il simbolo di una generazione.
La formazione non è la stessa, ma tutto riporta indietro a quasi 20 anni fa.
La grinta è la stessa, così come l’amore per quello che fanno: Male di miele scuote tutti, così come Rapace. È il momento di Pelle, gli occhi si chiudono o si alzano al cielo, gli abbracci si sprecano…
Dea, Senza finestra e Simbiosi scorrono lisce lasciando lo spazio a Voglio una pelle splendida che, puntualmente, continua a dire la sua La gente vocifera che è sicuramente il miglior disco degli After, la verità è che è un disco che ci ha profondamente segnati e cambiati…tutti.
Il sold-out inizia a farsi sentire, il caldo aumenta e non si riesce a respirare, ma questo non ferma il pubblico intento a ballare e a cantare tutte le canzoni.
Il colpo di grazia arriva con Lasciami leccare l’adrenalina: il pogo diventa spietato e ci riporta indietro nel tempo, ancora una volta. Si continua con Punto G, Veleno, Questo pazzo pazzo mondo di tasse, Musicista contabile e Sui giovani d’oggi ci scatarro su.
Gli Afterhours lasciano il palco ma è troppo presto per mettere la parola fine a questo live. Sul palco ci tornano ma vestiti da bimbe e ci suonano Germi, Siete proprio dei pulcini e Plastilina. Riescono ancora una volta: è il turno di Spreca una vita e Costruire per distruggere, Io so chi sono e Padania. Chiudono con Televisione.
Sudati e stanchi lasciamo la sala: ora ci vuole una birra.

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