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Lupi Gladius – Veritas

2014 - Hau Ruck! SPQR
folk/wave/pop

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Tracklist

1.Sulle Rive Del Basento
2.L'Elogio Dell'Alterità
3.Gli Ultimi Bagliori
4.La Nuova Adunanza
5.Agone
6.Umano E Imperfetto
7.Nel Vento
8.I Figli Del Tramonto

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I tardi anni 80 e tutti i 90 sono stati un terreno fertile per musiche fortemente contaminate dove una forte urgenza espressiva si è unita al superare i vincoli legati dei singoli generi. Un grande tavolo di prova è stato sicuramente il “neofolk” dove lo-fi, esoterismo, industrial e musica tradizionale si sono fusi dando vita a dischi e gruppi che hanno lasciato un indelebile solco nell’anima di molti appassionati. Un mondo underground in continuo mutamento e fervore che si alimenta nei sotto circuiti delle tape, della comunicazione via posta e di quei concerti sparsi un po’ per il mondo (tranne tragicomicamente, nei posti più vicino casa). Gli anni zero, personalmente, sono stati un po’ la “morte” del genere che hanno visto grandi personaggi sostituiti da mediocri individui e un’uscita infinita di dischi, quasi tutti senza anima e misurazione musicale. Uscite di rilievo ce ne sono state, tuttavia l’avvento dei nuovi media sembra aver giocato un ruolo negativo per il genere. Sulle etichette di qualità penso che debba essere assolutamente citata la Hau Ruck! SPQR che ha supportato gruppi come Calle Della Morte, Egida Aurea e Ain Soph. Ultima tra le uscite dell’etichetta il Long Playing dei Lupi Gladius dal nome Veritas. Tra il rumore di questa città sibila un canto a memoria di una civiltà ormai al tramonto.

Veritas è innanzitutto un disco accattivante. Viene proposto in un format ben preciso con toni delicati e parole che escono dalla forma canzone superando i punti e le virgole, proiettandosi nel libretto come opere futuriste. Gli ospiti sono ben scelti e la classe di una Saralux (in Gli Ultimi Bagliori e Nel Vento) o di un Diego Branchero alla stesura testi, danno una garanzia di qualità e non qualcosa buttato lì per vedere che si ha un bel giretto di musicisti-amichetti attorno al progetto.
Pietro, Fabio, Antonio e Giampiero costruiscono pezzi di un puzzle con una certa maestria e riescono a far combaciare ogni cosa. Il neofolk si mischia al cantautorato e alle tradizioni popolari. Rimandi industrial cedono il passo ad una passione per la wave che traspira in molte canzoni. Il cordolo finale è rappresentato da dei tocchi pseudo-pop che rendono le canzoni più cantate e meno proclamate. Definire tutto solo come neofolk pare una bestemmia. Con sorpresa i Lupi Gladius aprono Veritas con le musiche di Michele Caruso, una scelta tosta che è diktat e proclamo di un disco che vuole essere musica e non suono sintetico. O forse, meglio ancora, vuole essere entrambi ma all’insegna di una unione organica e vitale. Segue L’Elogio Dell’Alterità, summa di tutto quello detto fin ora, come la successiva Gli Ultimi Bagliori che chiarisce il concetto di ospiti di qualità. Il resto è un lungo viaggio della durante di trenta e passa minuti verso un mondo che non può essere dimenticato o mal ascoltato. Va anzi scoperto per bene perché ogni canzone è un’esperienza a se stante!

Veritas dei Lupi Gladius, come già detto, è un album maturo e di ricerca, dove pop, folk e wave si mischiano in una danza lontana nei secoli. Nella strada della crescita si procede per via empirica, ma la voglia di arrivare può attutir la delusione. Anche errori e fallimenti possono essere di lezione se sono utili a tracciare e a tenere la direzione.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=ZwouoqO8ipw[/youtube]

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