La lieve oscurità notturna viene invasa da una vena cantautoriale, che viene lentamente inglobata nel vortice new wave: tutta questa magia musicale è stata catturata dai MasCara in maniera impeccabile nel loro ultimo album Lupi.
La musica dei Joy Division si unisce in maniera mistica alle sonorità dei Diaframma, senza mai risultare fuori luogo. I mascara hanno avuto la grande capacità di catturare gli spunti derivanti dai gruppi storici in questo genere e a farli loro, dagli editors in Cattedrali al neon fino ai Subsonica e Marlene Kuntz, rispettivamente per Riti ancestrali e Gocce di Benzina. Senza ombra di dubbio il miglior pezzo del lotto è “Laica”, dove la chitarra graffiante e le melodie burtoniane ricreano quelle le atmosfere new wave create negli anni 80 dai The Cure e Chameleons.
Un album quello dei MasCara, che proietta la tua persona direttamente in quelle oscure e nebbiose campagne Varesine, dove i membri della band sono cresciuti e da dove hanno sicuramente trovato spunto per creare la loro musica.
La band, senza alcun nascondiglio, affronta con fierezza il mondo cantautoriale rock italiano, dando una rispolverata innovativa a quell’alternative rock/ new wave che tanto era stato apprezzato nella nostra penisola.
Maturità artistica e giusta sfrontatezza fanno dei MasCara e di “Lupi” una piacevole sorpresa in questo mondo musicale italiano fatto di monotonia.
Ascoltando Lupi vi ritroverete ad ammirare un quadro d’arte dark, raffigurante un campo sperduto nelle nebbiose, già citate, campagne varesine.
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