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La Fine Di Settembre – La Fine Di Settembre Ep

2014 - Dreamingorilla/Savona Sotterranea
metal/alternative

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Tracklist

1. Il Mio Eco
2. Il Cammino Di Un Illuso
3. Polvere
4. Il Dialogo
5. Inafferrabile

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Chi scrive è uno di quelli che quando ascolta alternative metal con testi in italiano si tappa le orecchie a priori, per una decina di motivi che non vi sto a spiegare. Con La Fine di Settembre lo snobismo è stata una cazzata. Il power trio, formato da Fabio Grosso (voce/basso), Andrea Grosso (chitarra/voce) e Nicolas Gargini (Batteria), ha le carte in regola per dare grandi soddisfazioni. C’è una certa sincerità nei cinque pezzi che compongono l’Ep, fatta dell’esigenza di avvicinarsi a quelli che sono probabilmente le loro muse, si vedano gruppi come i Tool o Queens of the Stone Age.

A dispetto di quello che potrebbe sembrare come l’EP di un gruppo di giovani che coverizza l’alternative americano senza però la sostanza, si intromette una poetica nei testi più che apprezzabile. Qualcuno potrebbe fare dei paragoni con Verdena e Afterhours, ma la differenza è che da una parte i fratelli Ferrari scrivono i testi dichiaramente a caso mentre Agnelli & co. non hanno mai disprezzato il cut-up di burroughsiana memoria. Sarò azzardato, ma l’ascolto di questo Ep mi ha riportato ai tempi dei Litfiba dell’era de “La trilogia del potere”. La somiglianza non si rivede certo nel senso dei testi, ma c’è una certa oniricità lisergica che mi ha rimandato a Desaparecidos. E poi La fine Di Settembre danno un’attenzione nell’ordine e significato dei versi che oggi è cosa rara nell’ambiente.
Citando lo stesso Grosso, “Con questo ep volevamo rappresentare il concetto della rinascita, di un nuovo inizio. Alla fine di un periodo corrisponde sempre un nuovo inizio.”
Il mio eco apre l’album ed è subito l’esplosione di ritmi sincopati ed il dichiarato dominio della chitarra sulla struttura delle canzoni per tutto l’album.
Il cammino di un illuso mostra l’attenzione dei testi da parte del gruppo, come dimostrano i primi versi “Sono stanco di restare sveglio, per non dare spazio alle illusioni/ Il timore preme sulla pelle, fino a calpestare le emozioni”
Non è per fare un’analisi testuale da liceo classico, ma sono tante le band in Italia che suonano alternative metal e si rifugiano nel testo inglese per mille motivi diversi. I tre musicisti di Savona, nel giro di un anno da quando si son formati son riusciti già a produrre qualcosa che non è banale e non è noioso. E dici poco? Polvere, Il Dialogo e Inafferrabile seguono e chiudono l’EP.

Le cinque tracce, se bisogna fare una critica, non suonano come niente di nuovo in ambito internazionale e nostrano, ma posso scommetterci la mano sul fuoco che qui i margini di miglioramento son tanti, in particolare nelle potenzialità vocali di Fabio Grosso.

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