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Gli Altri / Uragano – Split

2014 - Dreamingorilla/Taxi Driver
post-rock/hardcore/drone

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Tracklist

1. Gli Altri - Progettare Un Luogo
2. Gli Altri - Generare Il Vuoto
3. Gli Altri - Disegnare Il Moto
4. Uragano - Amy
5. Uragano - L'Interludio
6. Uragano - 238 Chilometri

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La rabbia allo stato puro concentrata in sei brani: questo è l’esperimento che Gli Altri e gli Uragano hanno deciso di portare a termine insieme. Uno split breve ma impetuoso, tre canzoni a testa di eguale potenza e di eguale intensità.

Entrambi hanno le stesse radici, non solo per quanto riguarda la terra d’origine, ma anche per quanto riguarda la musica: ambedue liguri e ambedue collocati in un incrocio tra hardcore punk, post rock e noise, una miscela esplosiva che vi trapanerà il nervo acustico per una densa mezz’ora all’incirca. L’energia e la furia de Gli Altri aprono le danze con i primi tre brani, scatenando subito l’inferno alle prime note. Una carica martellante ma disperata che si placa solo per alcuni attimi per poi ricominciare a travolgere di nuovo tutto ciò che incontra. Il gruppo scuote con forza le coscienze con queste tre molotov, calmandosi di tanto in tanto, dando quindi un po’ di respiro all’ascoltatore. Suoni sporchi e graffianti, attitudini cattive e testi aspramente critici che però vengono alternati da momenti più melodici e più rilassati, spezzando l’atmosfera claustrofobica. In ogni caso molto legati alla tradizione del genere, Gli Altri non deluderanno i fedelissimi di gruppi veterani come La Quiete pur avendo deciso di prendere pieghe leggermente più morbide (che comunque non stonano affatto)rispetto a quanto fatto in precedenza. La festa si chiude con tre pezzi degli Uragano, di nome e di fatto. Al contrario de Gli Altri, questo gruppo ha optato per il distorsore al massimo e per sonorità pesantemente noise. Gli Uragano hanno scelto stavolta una strada tendente più al post metal e al drone, allontanandosi un po’ dalla via screamo intrapresa in passato. Si tratta di un bombardamento a tappeto rotto solo dal geniale e brevissimo “Interludio” che mantiene comunque un certo stato d’ansia, facendo presagire la tempesta di fuoco che verrà dopo. Suoni ruvidi e aggressivi, la violenza messa in musica nella forma più spietata. Senza nessuna tregua. Il tutto ulteriormente condito da parole a tinte fosche, autentiche mazzate sui denti.

Uno split nel complesso brutale che presenta due espressioni diverse ma molto efficaci dell’hardcore. Denuncia sociale e musica arrabbiata che invitano alla ribellione anche l’anima più dormiente. Una chicca del sottosuolo musicale italiano di oggi. Infernale, acceso e completo.

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