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Fennesz – Bécs

2014 - Editions Mego
elettronica/ambient

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Tracklist

1.Static Kings
2.The Liar
3.Liminality
4.Pallas Athene
5.Bécs
6.Sav
7.Paroles

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Bécs si pronuncia “Beeatch”, e sta per Vienna in ungherese.

Bécs è un album per le mille occasioni psicofisiche. Potete ascoltarlo mentre siete in viaggio accocolati con la testa sul vetro di un autobus; buttati a letto, insonni nel pieno della notte, per addormentarvi; mentre studiate, mentre pensate alla ragazza che vi piace. Fennesz è ormai all’apice della sua carriera, ha scritto e suonato un album intimo eppure meno ostico dei suoi precedenti lavori. Il musicista viennese è sulle scene da ormai quindici anni, durante i quali è riuscito a creare uno stile di elettronica in grado di contenere nella stessa traccia rumori bianchi, echi, giri di chitarre, in perenne viaggio tra sogno, incubi, realtà. L’artista è tornato ad incidere per la Mego, con la quale produsse Endless Summer.

Tra Endless Summer e Bécs di acqua sotto i ponti ne è passata e si sente. Il capolavoro del 2001 era giocato sull’intenzione del musicista di inserire le tematiche romantiche del periodo estivo tra squarci di rumori della glitch music, provocando nell’ascoltatore momenti di nostalgia e confusione. In Bécs l’impressione è quella di un viaggio astrale, ma la bellezza dell’album sta nel fatto che ognuno può darne la lettura che vuole. Mi è difficile scrivere di ogni singolo pezzo dell’album, a causa della loro complessità e di come le emozioni scaturite siano, noterete, davvero soggettive… ma un paio di cose posso dirle. Nella struttura delle traccia si deduce che, anche se Bécs è considerato una sorta di seguito di Endless S., in realtà la maturità è stata raggiunta tramite lavori come Black Sea o per non parlare delle collaborazioni con il maestro Ryuchi Sakumoto. Liminality e Pallas Athene sono tra le migliori composizioni dell’album. Due pezzi notturni che richiamano mondi apparentemente agli antipodi. Liminality sembra chiudere il primo ciclo dell’album, con un imbrunire di chitarra in un paesaggio che potrebbe essere ancora quello estivo. Pallas Athene è un viaggio notturno in altri luoghi e tempi. Provate ad ascoltarla a letto e gli occhi chiusi, vi farete guidare in un tempio abbandonato di omerica fattura, non-luogo tra la realtà terrena ed il viaggio tra le stelle. Un salto che conduce allo spazio universale di Sav, regno della meditazione, dove i glitch musicali sembrano rifarsi ai rumori della foresta ed i sintetizzatori guidano ancora una volta l’ascoltatore nell’infinito.

E fatevi coccolare dal ritorno, quasi inaspettato, della chitarra in Paroles. Fennesz è probabilmente il più grande musicista di questi anni e noi ancora non ce ne siamo accorti.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QoNPCKGISCw[/youtube]

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